Inizio questa recensione ringraziando Aenarion’s Coven per averci mandato una copia digitale di The Wanderer Cartographers; stiamo parlando di un piccolo manuale per D&D5e che presenta una nuova gilda di cartografi. In totale conta 13 pagine, che includono tutti i dettagli necessari a definire la gilda, per poi poterla inserire in qualsiasi campagna.
Questo piccolo compendio è disponibile esclusivamente in inglese e solo in formato digitale su DriveThruRPG al prezzo di circa 3,95 dollari (circa 3,70 euro al cambio odierno) o sul profilo Etsy di Aenarion’s Coven al medesimo prezzo.
The Wanderer Cartographers: una Gilda Neutrale
The Wanderer Cartographers contiene la storia, gli ideali e le regole dell’omonima gilda di cartografi; sono anche presenti i metodi per inserirla in unacampagna, l’accesso ai suoi ranghi per i PG e una lista di PNG che ne fanno parte.
Questa gilda è stata fondata dal un mago drow Mol’Capoor circa 200 anni fa; il suo scopo era quello di mappare il mondo per conto di clienti, in cambio di un compenso.
Il punto forte della Wanderer Cartographers è la neutralità; secondo il fondatore nessuno tradirebbe qualcuno che può fornire ai tuoi nemici una mappa estremamente dettagliata dei tuoi territori.
Oltre a Mol’Capoor, che ora ricopre il ruolo di archivista, la Wanderer Cartographers, è composta da tre tipi di membri:
Il Cartografo delle Terre Selvagge (“Wildlands Cartographer”) dedica la sua vita a mappare le terre selvagge e l’Underdark; la sua vita è piuttosto pericolosa.
Il Cartografo Urbano (“Urban Cartographer”) è specializzato nel mappare ambienti urbani; è maestro nel trovare trappole e passaggi segreti.
Infine c’è il Keeper. Il suo compito è di tenere in vita i cartografi; sono dei combattenti fenomenali, solitamente addestrati sia nell’utilizzo delle armi che della magia.
Ogni categoria professionale all’interno di questo manuale ha un equipaggiamento dedicato, ovviamente personalizzabile dal master in base alle circostanze.
Un elemento di The Wanderer Cartographers che reputo molto interessante e che ci tengo a evidenziare in questa recensione è la presenza di mappe e dettagli del quartier generale; la semplicità delle descrizioni consente al master di aggiungere del suo senza snaturare le idea guida degli autori.
Impaginazione e Leggibilità
L’impaginazione classica di questo manuale è una garanzia; il font si legge agevolmente e la suddivisione del testo in due colonne su sondo color pergamena facilita la lettura. La lettera scritta in un font che imita una scrittura a mano non inficia la scorrevolezza del manuale; si tratta di una bellissima prop per i giocatori: il contratto di affiliazione alla Gilda.
Le mappe del quartier generale sono molto belle, come consuetudine dei prodotti di Aenarion’s Coven, anche se ho trovato la carenza di altre illustrazioni un pecca considerando la qualità generale del prodotto.
Conclusioni della Recensione di The Wanderer Cartographers
Per concludere, ho trovato The Wanderer Cartographers un supplemento piuttosto interessante per integrare una nuova fazione nelle campagne di D&D5e; gli spunti narrativi che possono giungere da questo compendio sono tantissimi.
Se volete riempire il mondo di gioco con esploratori impavidi e politicamente di peso, questo manuale fa per voi!
Se vi è piaciuta questa recensione di The Wanderer Cartographers seguiteci per scoprire altri supplementi per D&D5e!
Prima di immergerci in questa recensione ringrazio Aenarion’s Coven per averci mandato una copia digitale di Legendary Equipment of Pale Master; con questo supplemento potremo inserire nuovi oggetti magici originali in una campagna di D&D5e.
Legendary Equipment of Pale Master è un prodotto scritto da autori italiani (seppure interamente in inglese) e pensato anche per gusti d’oltreoceano. Si tratta di un compendio per D&D5e di 13 pagine che contiene quattro oggetti magici e un gancio narrativo su come ottenerli in una campagna.
Potete trovare questo piccolo compendio esclusivamente in inglese e solo in formato digitale su DriveThruRPG al prezzo di 4,95 dollari (circa 4,60 euro) o sul profilo Etsy di Aenarion’s Coven al medesimo prezzo.
Alla Ricerca di Nuovi Oggetti Magici
Legendary Equipment of Pale Master apre con una breve introduzione sulla storia del condottiero Stepanov, dei sacrifici che ha dovuto fare e di come ha perso tutto, cedendo alla tentazione, fino alla corruzione.
Questo manuale presenta un gancio narrativo per fare entrare in possesso di 4 oggetti magici originariamente appartenuti al Pale Master un party di 4-5 giocatori di livello intorno al nono.
Per ottenere quesi oggetti, il gruppo di avventurieri dovrà sconfiggere dei non morti legati a Stepanov, fino ad incontrare il condottiero stesso ormai divenuto un “burattino” nelle mani del Pale Master.
Il potere degli oggetti aumenta in base a quanti di essi vengono indossati. Con il set del Pale Master al completo il loro potere è al suo massimo.
Impaginazione e Leggibilità
Ho apprezzato l’impaginazione di Legendary Equipment of Pale Master. A parte una lettera che ha lo scopo di incrementare l’immersione durante la lettura, il resto del testo si presenta molto ordinato e leggibile; l’impaginazione a doppia colonna, il font classico e lo sfondo color pergamena non deludono mai.
Ho trovato le immagini evocative e perfettamente a tema; hanno saputo catturare la mia attenzione, facendomi venire parecchie idee su come inserire questi oggetti in una campagna; è davvero facile scriverci un’avventura dedicata!
Considerazioni Finali della Recensione di Legendary Equipment of Pale Master
Questo tipo di manuali non è essenziale per giocare una campagna di D&D5e, ma Legendary Equipment of Pale Master sa dimostrarsi una preziosa aggiunta per i cacciatori di tesori che non temono la non-morte.
Penso che questo piccolo manuale possa essere valido per intavolare una missione secondaria non programmata, se il gruppo vuole avere a che fare con i non morti o collezionare un set di oggetti magici.
Se vi è piaciuta questa recensione di Legendary Equipment of Pale Master, seguiteci per scoprire altri supplementi per D&D5e!
In principio di questa recensione, vorrei ringraziare 1985 Games per averci mandato due set della linea VHS Dice così da provarli e fornirvi la nostra opinione. 1985 Games ha sede in Oregon ed è stata fondata da un gruppo di giocatori alla ricerca di un modo migliore per giocare in tempo reale, senza dover interrompere l’azione per disegnare ogni albero sulla mappa. Il loro catalogo è molto vasto e comprende anche delle bellissime mappe per i combattimenti di cui trovate la recensione qui.
Se dopo aver letto questo articolo voleste accaparrarvi uno dei molti set della linea, li potete trovare sullo store ufficiale al costo di 70 dollari a set. Non dimenticate che se usate il codice NoDiceUnrolled15 al momento del pagamento, riceverete uno sconto del 15% sul vostro ordine!
La linea prevede, al momento, cinque set differenti: Plasmic Punch, Starstorm, Ruby Red, Surge e Crystal Ball.
Colori Vivaci e Spigoli Vivi
Ho ricevuto ben due set di dadi di questa linea e con una certa trepidazione ho aperto le confezioni. Al loro interno ho avuto il grande piacere di trovare i set Plasmic Punch e Ruby Red.
Innanzitutto devo dire che la custodia riproduce in maniera molto fedele quella delle vecchie VHS. Naturalmente le dimensioni sono adeguate a contenere un set di dadi; la confezione quindi sta comodamente in una mano.
I dadi sono mantenuti in posizione statica all’interno della confezione da una lastra di plastazote ad alta densità con alloggi pre-forati; in questo modo ogni singolo dado ha il proprio alloggiamento, senza rischio di perdersi.
Una volta tolti dalla confezione, i dadi risultano coloratissimi, brillanti e con spigoli vivi. Sono realizzati a mano in resina, sono leggeri e hanno riflessi molto particolari che sanno affascinare e catturare l’attenzione. Ogni set di VHS Dice è composto da 7 dadi poliedrici; troviamo i classici d4, d6, d8, due d10 (uno con le unità e uno con le decine, per le percentuali), d12 e d20.
Recensione Tecnica di VHS Dice
I dadi di questa linea tutta da collezionare mantengono il formato standard da 16 mm. Sono particolarmente maneggevoli, lucidi e dai riflessi cangianti tanto che, una volta colpiti dalla luce, sembrano rifletterla e cambiare quasi colore. La resina è di ottima qualità e la sensazione al tatto è quasi quella di avere tra le mani una gemma, piuttosto che un dado poliedrico.
Questi set di dadi sono particolarmente maneggevoli, ogni pezzo ha il giusto peso e un’ottimo bilanciamento così da consentire un rotolamento adeguato e lasciare l’immancabile suspance sull’esito dei tiri. Il fontscelto è decisamente grande e assolutamente leggibile, anche ad una certa distanza. Ho apprezzato particolarmente questo aspetto e il fatto che riescano comunque a rimanere a tema (sebbene in contrasto cromatico) con l’estetica dei dadi.
Esperienza, Fantasia e Passione
1985 Games è una società costituita da giocatori che si dedicano a fornire ad altri giocatori prodotti per migliorare la loro esperienza di gioco. La passione di questa azienda traspare tutta nella realizzazione artigianale di questi dadi. Nello stesso set, proprio per la lavorazione artigianale, ci sono piccole differenze tra un dado e l’altro, cosa che rende ogni singolo pezzo unico.
Indubbiamente le scelte cromatiche e la confezione così originale trasformano ogni singolo set in un oggetto da collezione.
Conclusione della Recensione di VHS Dice
In conclusione di questa recensione, devo dire che i VHS Dicemi sono veramente piaciuti: pratici da utilizzare e facili da custodire grazie alla speciale custodia retrò.
Considerando la varietà di prodotti di questa categoria sul mercato, il prezzo potrebbe sembrare elevato, ma vi garantisco che sono decisamente durevoli e che la qualità si nota in ogni singolo dettaglio. Potrebbero davvero essere l’ultimo set di dadi da acquistare!
Se vi è piaciuta questa recensione di VHS Dice, continuate a seguirci per scoprire nuovi accessori per GdR!
Prima di addentrarci nei meandri della recensione di Micro Dungeons, una piccola ma interessantissima raccolta di dungeon per D&D5e, ci teniamo a ringraziare ND Hobbies per averci inviato tutto il materiale per potervene parlare.
Se alla fine di questa panoramica voleste acquistare uno o più dei volumi della collana, sappiate che potete trovarli direttamente sullo store ufficiale al prezzo di circa 5 dollari (al momento circa 5 euro).
A distanza di un anno dalla prima pubblicazione, ND Hobbies ha deciso di raccogliere tutti i dungeon già visti in un compendio che ne contiene ben 50. Anche questo volume è acquistabile dal loro store al prezzo di 29,90 dollari (circa 30 euro).
Come dicevamo, Micro Dungeon è una breve selezione di piccoli dungeon per D&D5e, presentati in una veste fresca, immediata e con una concezione old school.
Il prodotto è pensato per giocatori e Dungeon Master novizi del gioco di ruolo più famoso al mondo, ma può essere tranquillamente approcciato da gruppi esperti. Ogni dungeon può essere giocato in poche ore consentendo un approccio immediato per riempire una serata o per intervallare campagne più lunghe.
Versatilità del Prodotto
E’ sicuramente capitato a tutti di ritrovarsi, ad un certo punto, nell’impossibilità di portare avanti la gargantuesca campagna di Dungeon & Dragons che si era cominciata con tutta l’enfasi che le era dovuta. A turno qualcuno dei giocatori ha altri impegni o, semplicemente, la complessità della trama (o la sua ripetitività) comincia a stancare un po’.
In altri casi c’è bisogno di un dungeon rapido per organizzare una one-shot. Oppure c’è la necessità di mostrare a un nuovo giocatore come ci si approccia al gioco.
In tutti questi casi e in molti di più, Micro Dungeon sicuramente viene in soccorso dei Dungeon Master e dei gruppi di gioco.
5 Dungeon Piccoli Piccoli
Come vedremo in questa recensione, Micro Dungeon è un prodotto estremamente specializzato e specialistico. Si tratta di un volumetto di una ventina di pagine e presenta 5 dungeon da intavolare in una manciata di minuti.
In questo volume sono inclusi infatti: Chapel of the Rift God, Nightcrystal Keep, The Underground Garden, Heads of the Hydra e The Molten Sanctuary.
Ogni dungeon include: una mappa, un’introduzione all’avventura e tutti gli incontri. Non mancano trappole o enigmi per le diverse stanze. Inoltre ogni dungeon include almeno un nuovo mostro specifico per quell’avventura.
Non è ovviamente possibile mostrare qui, per non fare spoiler, l’interezza dei dungeon. Ci tengo però a sottolineare che ciascuno dei percorsi proposti ha una struttura semplice e al tempo stesso interessante. Pur non presentando mai più di 8 stanze, ogni dungeon offre interessanti sfide e un’ottima versatilità in termini di sconti, trappole e tesori.
Ho particolarmente apprezzato che i testi contengano link ipertestuali diretti alla pagina dell’editore oppure all’appendice, dove sono presenti tutti i blocchi delle statistiche per i nuovi mostri.
Recensione dell’Estetica di Micro Dungeons
Le venti pagine di questa raccolta sono estremamente piacevoli da sfogliare. L’impaginazione comprime ogni dungeon in una singola pagina rendendo molto semplice, a chi vi si approccia, avere tutto sotto gli occhi.
La complessità delle mappe, pensate con una certa evidenza per essere utilizzate dal dungeon master, sono però estremamente semplici da trasportare su un foglio di carta, quadrettato o meno che sia.
La scelta dei colori di stampa (sabbia punteggiati di rosso e nero) rende il tutto particolarmente semplice da riconoscere. Ogni dungeon, presentato al centro della pagina, è poi contornato da box informativi; essi dettagliano, grazie ai simboli presenti nella mappa, la descrizione della stanza, eventuali trappole e tesori.
Qualora il Dungeon Master volesse includere uno o più di questi scenari all’interno della propria campagna e non trovasse corrispondeza con il livello di difficoltà degli scontri, può fare riferimento all’appendice. In questa sezione si trovano anche le tabelle per rendere piùo meno pericolosi gli incontri. Questa è una scelta particolarmente funzionale e intelligente, che rende il prodotto molto più versatile di quanto non possa sembrare guardandone le dimensioni.
Anche le immagini, poche ma decisamente puntuali per estetica e dettaglio, ben si accordano con il tipo di progetto.
Conclusioni della Recensione di Micro Dungeons
Per quanto piccolo e economico, credo che questo volume possa rappresentare un grande strumento. La sua versatilità gli consente di entrare a far parte degli strumenti prêt-à-porter di ogni Dungeon Master; a partire dai novizi fino ai più esperti. Si tratta di un prodotto essenziale e facilmente trasportabile.
Sono convinta che possa davvero far svoltare una sessione un po’ pesante ed aiutare i neofiti ad approcciarsi al gioco di ruolo più famoso al mondo.
Se vi è piaciuta questa recensione di Micro Dungeons, continuate a seguirci per scoprire altri giochi di ruolo!
Before delving into the intricacies of the review of Micro Dungeons, a small but very interesting collection of dungeons for D&D5e, we would like to thank ND Hobbies for sending us all the material to be able to tell you about it.
If at the end of this overview, if you’d like to buy one or more of the volumes in the series, know that you can find them directly in the official store at about 5 dollars (about 5 euros).
One year after the first publication, ND Hobbies has decided to collect all the dungeons already seen in a compendium that contains as many as 50. This volume can also be purchased from their store at a price of $29.90 (about 30 euros).
As we said, Micro Dungeon is a short selection of small dungeons for D&D5e, presented in a fresh, immediate guise and with an old-school conception.
The product is designed for novice players and Dungeon Masters of the world’s most famous role-playing game but can be easily approached by expert groups. Each dungeon can be played in a matter of hours allowing for an immediate approach to fill an evening or to intersperse longer campaigns.
Product Versatility
It certainly happened to everyone to find themselves, at some point, unable to carry on the gargantuan Dungeon & Dragons campaign that had begun with all the emphasis it was due. In turn, some of the players have other commitments or, simply, the complexity of the plot (or its repetitiveness) begins to tire a little.
In other cases you need a quick dungeon to set up a one-shot. Or there is a need to show a new player how to approach the game.
In all these cases and many more, Micro Dungeon certainly comes to the rescue of Dungeon Masters and playgroups.
5 Tiny Dungeons
As we will see in this review, Micro Dungeon is an extremely specialized specialist product. It is a small volume of about twenty pages and presents 5 dungeons to be entered in a matter of minutes.
In fact, this volume includes Chapel of the Rift God, Nightcrystal Keep, The Underground Garden, Heads of the Hydra and The Molten Sanctuary.
Each dungeon includes a map, an introduction to the adventure and all encounters. There is no shortage of traps or puzzles for the different rooms. In addition, each dungeon includes at least one new monster specific to that adventure.
It is obviously not possible to show here, to avoid spoilers, the entirety of the dungeons. However, I would like to underline that each of the proposed itineraries has a simple and at the same time interesting structure. While never featuring more than 8 rooms, each dungeon offers interesting challenges and great versatility in terms of discounts, traps and treasures.
I particularly appreciated that the texts contain direct hypertext links to the publisher page or to the appendix, where all the stat blocks for the new monsters are present.
Micro Dungeons Aesthetics review
All the twenty pages of this collection are extremely pleasant to browse. The layout compresses each dungeon into a single page, making it very easy for those who approach it to have everything under their eyes.
Even the complexity of the maps, designed quite clearly to be used by the dungeon master, are however extremely simple to transport on a sheet of paper, squared or not.
The choice of print colours (sand dotted with red and black) makes everything particularly easy to recognize. Each dungeon, presented in the middle of the page, is then surrounded by information boxes; thanks to the symbols on the map, they detail the description of the room, any traps and treasures.
If the Dungeon Master wishes to include one or more of these scenarios in his own campaign and does not find a match with the difficulty level of the encounters, he can refer to the appendix. In this section, you will also find the tables to make the encounters more or less dangerous. This is a particularly functional and intelligent choice, which makes the product much more versatile than it might seem by looking at its size.
Even the images, few but decidedly punctual in terms of aesthetics and detail, are in perfect agreement with the type of project.
Micro Dungeons Review Conclusions
However small and inexpensive, I believe this volume can be a great tool. Its versatility allows it to become part of every Dungeon Master’s ready-to-wear toolbox; starting from the novices up to the most experienced. It is an essential and easily transportable product.
I am convinced that it can really turn a mediocre session for the better, and help newbies to approach the most famous RPG in the world.
If you enjoyed this Micro Dungeons review, stay tuned for more RPGs!
In questa anteprima parleremo della demo de La Redenzione di Alberver, il primo capitolo de La Torre,un’epica saga per D&D5e e 3.5e.
Iniziamo ringraziando The Velar Companyper averci fornito la demo del progetto. Vi consigliamo di seguirli sul loro sito, la loro pagina Facebook, Instagram e Twitter.
Se siete interessati a questo prodotto, potete trovarlo su Kickstarter; se volete provare la demo potete trovarla qui, sia per D&D5e che per D&D3.5e. Inoltre vi lasciamo il video di presentazione de La Redenzione di Alberver fatto dagli stessi autori.
L’Ambientazione e i PNG de La Redenzione di Alberver
Questa avventura della saga La Torre si svolge a Minian, una florida e ridente città fluviale. Questo luogo è ben descritto e approfondito, andando a snocciolare sia personalità importanti che comprimari; questo viene fatto sia nel capitolo dedicato alla città che in dettagli sparsi nel corso di tutta l’avventura.
L’ambientazione esterna a Minian invece è appena abbozzata, ma è una scelta autoriale ben precisa. In questa maniera gli autori si sono potuti concentrare sulla città per renderla il più possibile interessante e permettere il suo inserimento in una qualsiasi campagna casalinga.
Un punto a favore è la presenza di riquadri per aiutare il master a sfruttare al meglio la città e i suoi personaggi così da rendere Minian viva durante la sua esplorazione.
I PNG invece sono tutti ben caratterizzati, personalità a tutto tondo che sanno rimanere impressi. Nella demo ne vengono presentati solo alcuni, come la signora Lebernoff e la sua cocorita oppure il fabbro Gastadiun e suo figlio Romoond. Per quanto non siano così tanti, sono tutti ben caratterizzati e rappresentano uno dei punti di forza della saga.
Insomma, a livello di ambientazione e PNG, in quest’anteprima La Redenzione di Alberver mi ha stupito e lasciato piacevolmente colpito.
Anteprima della Trama de La Redenzione di Alberver
Nella demo fornitaci sono presenti i primi quattro capitoli de La Redenzione di Alberver; grazie ad essi mi sono fatto un’idea su come la saga si potrà sviluppare e ho già potuto apprezzare qualche twist inaspettato e molto gradito.
Tutti i capitoli sono strutturati in maniera lineare, con l’esposizione degli eventi e dei vari sviluppi in base alla azioni dei personaggi. Anche qua i riquadri laterali risultano un eccellente sostegno per il narratore.
L’avventura comincia nella più classica delle taverne, con i personaggi (avventurieri nativi di Minian) alla ricerca di nuovi incarichi. Improvvisamente una donna si sente male e da lì partiranno le gesta dei nostri eroi; da questo momento dovranno affrontare cospirazioni, scheletri, personalità potenti e tanto altro ancora. Segnalo anche che tutti i nemici hanno il loro statblock dedicato.
Per quanto l’inizio sia un classico, tutta l’evoluzione della trama nei capitolo successivi ha dei punti intriganti e ispirati. La trama sembra ben scritta e non presenta buchi logici; sono molto curioso di scoprire i successivi sviluppi!
Scrittura e Arte
Dal punto di vista della scrittura, il materiale inviatoci è ottimo; il contenuto è esposto in maniera semplice e chiara, non risultando mai pesante né ridondante.
Ho apprezzato molto il supporto offerto al master; oltre ai riquadri già citati, all’inizio del manuale è presente un capitolo per spiegare come narrare l’avventura, con consigli utili anche per altre avventure. Inoltre nella versione completa sarà spiegato anche come tarare gli scontri e come distribuire l’esperienza.
Dal punto di vista artistico, questo primo capitolo de La Redenzione di Alberver si presenta molto bene. Tutte le illustrazioni sono intriganti e in linea con il resto del manuale; sono sicuramente un valore aggiunto al prodotto!
Il vero punto di forza a mio avviso sono peròle mappe, veramente molto particolareggiate e affascinanti. Sono tutte a colori e ognuna viene proposta in due versioni: quella per il master (con annotazioni) e quella per i giocatori. La qualità è davvero alta, tanto da poter rivaleggiare con quelle di alcuni prodotti ufficiali.
Anteprima dei Protagonisti de La Redenzione di Alberver
I protagonisti della saga possono essere creati dai giocatori oppure scelti tra i pregenerati forniti dagli autori.
Per i personaggi creati dai giocatori il manuale da tantissimi spunti di background e indicazioni per creare un gruppo coerente e legato a doppio-filo con la città di Minian. Tutto questo ha rimandi precisi ai manuali ufficiali, così da rendere l’operazione comoda e rapida.
Se invece si volesse optare per i personaggi prefatti, sappiate che sono tutti molto interessanti e (ovviamente) giàben inseriti nell’ambientazione. Sono molto variegati e permettono di costruire un gruppo eterogeneo e appagante da giocare. Inoltre ognuno di essi ha già la propria scheda compilata con tutte le informazioni necaessarie; sicuramente un vantaggio in caso si avessero nel gruppo giocatori neofiti o con poca fantasia!
Le Mini-Avventure Aggiuntive
Oltre alla trama principale, nella demo sono presenti due mini-avventure fatte per essere inserite liberamente nell’avventura.
La prima mini-avventura consiste nell’aiutare la signora Lebernoff a ritrovare la sua cocorita; è una trama breve ma interessante; permette di esplorare la città di Minian andando a interfacciarsi con vari suoi abitanti e potrebbe far diventare la signora Lebernoff una presenza ricorrente.
La seconda mini-avventura invece ci permette di esplorare l’esterno di Minian, scoprendo anche elementi di lore che esulano dal contesto cittadino. Lo scopo sarà ritrovare il figlio del fabbro, un ragazzo di buon cuore ma un po’ ingenuo.
Queste trame sono molto semplici ma simpatiche; risultano utili per far prendere fiato ai personaggi e diversificare i toni rispetto alla trama principale. Inoltre la cura per i dettagli si nota dalla presenza degli statblock dedicati ai nemici e le mappe incluse.
Oltre a queste due, nella versione completa saranno presenti altre mini-avventure che dal titolo mi incuriosiscono. Se la qualità rimarrà questa, non vedo l’ora di provarle!
Conclusione dell’Anteprima de La Redenzione di Alberver
In conclusione questa demo mi ha permesso di dare uno sguardo al primo capitolo di una saga che sembra davvero interessante. Per quanto alcuni passaggi di trama siano abbastanza semplici, sicuramente è un prodotto degno di attenzione sia per la cura con cui è realizzato sia per la qualità delle mappe e delle illustrazioni.
E poi non vedo l’ora di scoprire come andrà avanti l’avventura; spero davvero di poter trovare delle sorprese che mi toglieranno il fiato!
Se vi è piaciuta questa anteprima de La Redenzione di Alberver, continuate a seguirci per scoprire altri manuali per Dungeons & Dragons!
Ringrazio prima di tutto gli autori Jessy Ribordy e Gabriel Davis e il team di Hit Point Press per avermi inviato una copia di Lore of Aetherra – The Lost Druid e avermi così dato l’opportunità di scriverne una recensione.
Quella che abbiamo di fronte è un’avventura perD&D 5edi genere science-fantasy che accompagna i personaggi dal primo al quinto livello, presentandosi come il primo capitolo di una serie più ampia. Lore of Aetherra presenterà in totale 4 volumi, permettendo uno sviluppo dei personaggi fino al livello 20, dimostrandosi un’ambientazione ricca e di lunga durata. Il manuale è composto da più di 260 pagine, accompagnate da diversi materiali digitali che possono essere sfruttati sulla piattaforma di Alchemy RPG platform.
The Lost Druid è stato lanciato su Kickstarter nel 2021, dove ha guadagnato circa 60.000 dollari a fronte dei 12.000 mila richiesti, dimostrandosi un buon successo a partire dal lancio.
The Lost Druid ora è acquistabile sul sito di Hit Point Press al costo di 59.99 euro per la versione cartacea e di 29,99 per il file PDF.
Aetherra e un Regno in Difficoltà
Una città sull’orlo del crollo, una guerra alle porte, il governo che si rivolta contro i suoi stessi cittadini, una piaga e un uomo disperso. Questi sono i concetti chiave intorno ai quali ruota e si dirama l’avventura di Lore of Aetherra – The Lost Druid. La città di Fano ha sicuramente visto giorni migliori e ora ha bisogno di essere salvata. Quella che era una città splendida, ormai è un luogo pericoloso nelle cui strade si inizia a sentire il bisogno di una rivoluzione.
Attraverso queste difficoltà si muove Fawn Lee, un giovane alla ricerca della verità su suo padre, un druido scomparso da mille anni. Ormai la città riversa in condizioni tali per cui ritrovarlo rimane l’unica speranza di riportare Fano al suo antico splendore. Grazie alla ricerca di questo individuo, il party si ritrova coinvolto in un viaggio epico che trascinerà i giocatori nel suo flusso cinematografico. Vari sono gli scenari presenti, ognuno con le sue difficoltà, misteri e personaggi, in un mondo vivo e in difficoltà che attende degli eroi per essere salvato.
Uno Sguardo sul Mondo di Lore of Aetherra – The Lost Druid
Quella di Lore Of Aetherra – The Lost Druid è un’ambientazione così ampia e ricca merita necessariamente di spendere qualche parola per presentarla. La città di Fano, così come ogni altro luogo qui presentato, è descritta con precisione, creando uno sfondo vivo e immersivo. Una realtà dinamica, nella quale i personaggi si muovono influenzando il mondo con le loro azioni e le loro decisioni. Leggendo le pagine del manuale e giocando le sue avventure vi sembrerà di camminare tra quelle strade, di solcare quelle acque o di trovarvi di fronte a quelle fameliche creature.
In aiuto all’immersività non mancano mappe, side quests, nuovi mostri e PNG. The Lost Druid non si ferma però qui, offrendo anche una creazione dei personaggi espansa con nuovi backgroung, incantesimi e oggetti magici; non mancano nemmeno dei mini-giochi da taverna!
Viste le ottime premesse di questo primo capitolo, viene naturale aspettarsi ulteriori ampliamenti nei manuali successivi, espandendo ancora di più questo piccolo nuovo universo.
La Struttura Narrativa e i Suoi Supplementi
Quella di Lore Of Aetherra – The Lost Druid è un’avventura divisa in scene, strutturate per ruotare intorno a uno specifico luogo e in modo tale da costituire una narrazione fortemente cinematografica. Ogni scena presenta sempre la stessa struttura per mantenere una coerenza narrativa interna e rendere più semplice la loro gestione.
Non mancano anche sezioni dedicate alla dichiarazione di intenti, ai temi e all’utilizzo dei pronomi dei vari personaggi.
Numerosi sono anche i trafiletti per il master, pronti da leggere, semplificando così la preparazione della sessione e offrendo uno sguardo diretto all’interno della storia.
Da questo punto di vista l’avventura non lascia niente al caso, puntando sull’immersione totale da parte dei giocatori. In aiuto a questo aspetto giungo i vari codici QR sparsi per il manuale che, una volta scannerizzati, presentano numerosi materiali digitali pronti per essere integrati. È proprio qui che viene in aiuto la piattaforma di gioco Alchemy che integra i suoi suoni, le voci registrate e anima il mondo di Aetherra su schermo.
Personaggi ed Estetica di The Lost Druid
I personaggi di questo modulo sono vivi, descritti con attenzione sia dal punto di vista estetico che da quello caratteriale. Non sono semplicemente immagini riempitive che si muovono ai margini dell’azione, ne sono realmente parte, con i loro pregi e difetti e con le loro scelte. Si potrebbe dire che se il mondo di Aetherra è così vivo, lo si deve anche a coloro che lo abitano; non si presentano mai come semplici comparse anonime, ma come personalità forti e ben distinte.
Per quello che riguarda l’aspetto estetico del manuale, è impotante focalizzarsi sulle due parole che compongono il genere: science-fantasy. Le pagine sono dominate da bianco, beige e oro, con nette separazioni sulle tinte dell’azzurro e del blu. Numerose sono le illustrazioni che arricchiscono il volume e che dimostrano come sulla parte stilistica sia stata dedicata la stessa attenzione di quella narrativa.
Conclusioni della Recensione di Lore Of Aetherra – The Lost Druid
Nel complesso Lore Of Aetherra – The Lost Druid si presenta come un’avventura dal carattere fortemente cinematografico e narrativo. La varietà degli ambienti e la diversità e profondiità dei personaggi che li abitano danno vita un’avventura dal ritmo intenso e particolarmente immersiva.
In linea generale consiglio questa avventura a tutti coloro che si vogliono lanciare in un mondo intenso, che amano un ritmo serrato nelle scene e la cura per i dettagli. Ora sta a voi andare a scoprirla!
Se vi è piaciuta questa recensione di Lore Of Aetherra – The Lost Druid, continuate a seguirci per scoprire nuove avventure e manuali per GDR!
In questa recensione abbiamo il piacere di presentarvi Candlekeep’s Tome of Books, modulo di espansione per D&D5e.
Ringraziamo, per cominciare, i due autori Marco Fossatie Marco Bertini (ovvero Sign of the Dragon), di cui abbiamo già recensito con piacere Born to be Kobold, Quest Spell & Other Divine Magic e altri manuali ancora. Entrambi sono noti anche per le loro collaborazioni e riconoscimenti ottenuti. Marco Fossati è infatti vincitore di un Ennies Awards come autore degli statblock del Bestiario di Nightfell; Marco Bertini ha invece recentemente iniziato a collaborare con Acheron Games per lo sviluppo di Brancalonia e Inferno lasciandoci ben fiduciosi del prodotto che stiamo per recensire.
Candlekeep’s Tome of Booksè disponibile su DMs Guild al prezzo di soli 3,95 $. Un ottimo rapporto qualità prezzo per un supplemento colmo di vecchi e nuovi volumoni polverosi ma interessanti e per nulla banali.
Bene, prendete i vostri antistaminici e iniziamo a inoltrarci tra questi vecchi libri consunti!
Recensione dei Contenuti di Candlekeep’s Tome of Books
“Finalmente so dove si trova la sezione zozza della biblioteca!“
Questo manuale di 27 pagine presenta al lettore ottanta nuovi libri, divisi in Mundane Book e Magic Book and Scrolls; èinoltre presente una prima parte che dedicata al loro aspetto, prezzo e modalità di ricerca, introducendo una personalizzazione rapida al servizio di qualsiasi master.
Candlekeep’s Tome of Books si avvale dell’utilissimo tool online open source Homebrewery; questo strumento, con un minimo di praticità e pochi accorgimenti, permette infatti di dare un aspetto professionale al proprio materiale. E gli autori, forse anche per il tema trattato, sono riusciti a ottenere questo risultato. Il supplemento è infatti strutturato come i più classici manuali ufficiali di D&D5e per impaginazione e aspetto, non sfigurando per niente nella vostra collezione di PDF.
Le pagine opportunamente ingiallite non disturbano la lettura; i caratteri utilizzati e le tabelle sono perfettamente leggibili e allineati. Le immagini inserite segnano solitamente la fine di un capitolo, aiutando ulteriormente la lettura già di per sé scorrevole. Tali immagini sono piuttosto classiche nello stile, frutto anche della collaborazione con DMs Guild e l’accesso ai loro stock immagini. Tutto ciò dona un che di familiare e permette una qualità artistica notevole.
Un Libro non si Giudica dalla Copertina… o sì?
“Oh, quindi gli umani non usano queste cose per alimentare il fuoco?”
Il primo capitolo del supporto dona al Master una serie di idee su come personalizzare i tanti libri e tomi che i personaggi possono trovare nel proprio mondo di gioco. Si va dalle dimensione, ai materiali e aspetti delle copertine fino ai linguaggi con cui sono scritti i nostri preziosi amici di carta. Vi sono anche delle indicazione sul prezzo dei libri, sulla loro rarità e sui i vantaggi che possono dare una volta trovati.
Estremamente interessanti e divertenti possono essere le “complicazioni” in cui potrebbero incappare i nostri eroi nella loro ricerca dei tomi. Chi, in fondo, non ha mai offeso un saggio durante la ricerca del misterioso Libro dei Dannati? O chi non ha dovuto contendere un prezioso tomo a qualche ladro di passaggio, peggio che nelle risse durante i saldi?
Ogni passaggio, ad ogni modo, è ben descritto e semplificato dalle ottime tabelle che permettono una generazione rapida dei libri. Tutto al servizio di eventuali Master messi in difficoltà dal bisogno di cultura e istruzione dei loro giocatori.
Recensione dei Mundane Books di Candlekeep’s Tome of Books
Questo secondo capitolo si prende il compito di descrivere alcuni dei tomi che i personaggi, per fortuna o ricerca oculata, potrebbero trovare. Questo indipendentemente che si trovino in una pila di libri salvata da un rogo o in una più pratica biblioteca con procaci nane come commesse (non giudicatemi!).
Seppure il loro nome, Mundane Books, non dia l’idea di qualcosa di importante e rispettabile, non fatevi trarre in inganno. Ogni libro presentato è interessante, spesso con una piccola storia a sé che il narratore può tranquillamente inserire nella trama. Ogni tomo ha inoltre delle meccaniche di gioco che possono facilitare le prove, fornendo spesso Vantaggio sull’argomento di cui trattano.
In fondo un gruppo che si appresta ad esplorare il Sottosuolo potrebbe avere la brillante idea di ricercare un libro che parli dell’argomento, e cosa c’è di meglio del pratico tomo conosciuto come “A Guide to the Underdark” scritto dal nostro drow preferito? Certo, questo potrebbe spingere i personaggi a fare un favore per la nana bibliotecaria, ma chi può resistere? O ancora tomi ben più semplici e dall’utilità immediata, come “Poison and Known Antidotes” che garantisce a qualsiasi guaritore di poter riconoscere veleni e relativi antidoti con maggior facilità grazie al Vantaggio concesso dopo uno studio di una settimana. Tomi simili per utilità e variabilità si possono ritrovare tanto per qualsiasi classe quanto per qualsiasi obiettivo o background.
Magic Books and Scrolls
Alcuni dei simpatici individui che sono pronti ad accompagnarti in posti caldi e piacevoli se apri il libro magico sbagliato
Passiamo ora all’ultimo capitolo, il piatto forte del supplemento (almeno per voi ingordi incantatori). Vi vedo a sfregarvi le mani peggio di un Fantozzi arrapato. Mystra vi vede, vergogna!
Il terzo capitolo si occupa di presentare i vari libri magici e incantesimi, ognuno con la possibilità di attivare effetti magici straordinari o ottenere piccoli ma significativi vantaggi nel lancio o ottenimento di nuove magie. Tutte cose ben utili per qualsiasi gruppo di avventurieri. O no?
Ho particolarmente apprezzato il “Libram of Destruction” che consente di analizzare vari oggetti magici per poi sparire, improvvisamente, con l’ultimo oggetto analizzato. Probabilmente con simpatici appellativi degli avventurieri al crudele destino. Anche il “Tome of Insanity” promette una giornata pazzerella. Vi sono comunque numerosi tomi interessanti e spettacolari come “Sign of the Dragon” che consente di ottenere l’arma a soffio di un drago casuale, il “Devil’s Pact” che permette di giocare la propria anima in cambio di tre favori con un diavolo, o anche il più comune “Book of Recording”, che trascrivere discorsi nella lingua che si preferisce (utilissimo tanto per ricercatori quanto per diplomatici).
Conclusioni della Recensione di Candlekeep’s Tome of Books
Come altri prodotti simili degli stessi autori, Candlekeep’s Tome of Book è un PDF denso. Fornisce infatti numerosi spunti di gioco e può essere letto in appena mezz’ora. Il prodotto è stato ben ragionato e fornisce al Master uno strumento più che valido per la generazione casuale di tomi e libri. Inoltre, ognuno è dotato di proprie meccaniche e spesso di una piccola serie di informazioni utili tanto per il narratore quanto agli avventurieri.
Se volete portare il vostro gruppo a vedere biblioteche, vecchie raccolte di tomi e affascinanti bibliotecarie con un occhio nuovo e più approfondito, Candlekeep’s Tome of Book è più che consigliato; complice anche il prezzo irrisorio, risulta un’ottima aggiunta alla libreria digitale di ogni appassionato!
Se ti è piaciuta questa recensione di Candlekeep’s Tome of Books, continua a seguirci per altre novità su D&D 5e!
Sign of the Dragon (Marco Bertini e Marco Fossati) ci invia il suo nuovo lavoro, Treasures from Krynn, al fine di poter scrivere questa recensione. Si tratta di un compatto compendio di 80 nuovi oggetti magici per D&D5e. Come i più esperti di voi intuiscono dal nome, si tratta di un’espansione pensata per il mondo di Dragonlance, nello specifico da integrare nel modulo avventura Shadow of the Dragon Queen; ad oggi questo modulo avventura non è ancora disponibile in lingua italiana. Ma questo non ci spaventi, poiché il prodotto si rivela facilmente adattabile a tutte le ambientazioni di D&D5e.
Questo supplemento è disponibile in inglese in formato digitale sul sito DMsGuild al prezzo di 3,95 $ (al momento poco meno di 4 €).
L’Estetica e della Fruibilità del Manuale
La qualità dell’impaginazione e delle immagini è senza dubbio ottima. In linea con il livello degli altri lavori di Sign of the Dragon (Undead Mosters, Acerark’s Guide to Lichdom e molti altri). Treasures from Krynn possiede un comodissimo indice ipertestuale, che rende la fruizione estremamente accessibile. I contenuti sono molto vari e adatti a diversi livelli di potenza di campagne e personaggi.
Lo stile grafico di Treasures from Krynn riporta immediatamente alle sensazioni del materiale ufficiale di D&D5e. Grazie al sapiente uso di Homebrewery (il tool online per l’impaginazione secondo lo standard di stile di questo gioco di ruolo) e una combinazione di illustrazioni provenienti da Dean Spencer, dal Manuale del Dungeon Master e dall’accordo di licenza di DMsguild, le 25 pagine di Treasures from Krynn appaiono immediatamente familiari allo sguardo avvezzo alle estetiche di D&D5e.
Degni di nota sono anche i numerosi specchietti azzurri con riferimenti alla storia e ai personaggi di Dragonlance, piacevoli chicche e utili ad avere richiami e collegamenti immediati con l’ambientazione.
Recensione del Contenuto di Treasures from Krynn
Treasures from Krynn si apre con una serie di tabelle che raggruppano per rarità i 75 oggetti magici e i 5 artefatti, tutti originali. Questo permette di orientare la ricerca con un rapido colpo d’occhio verso i contenuti di nostro interesse. L’unica mancanza che mi sento di far notare in questa recensione di Treasures from Krynnè forse quella dell’assenza della numerazione degli elementi delle tabelle. Credo potrebbe essere utile avere le tabelle già numerate, nel caso si volesse tirare casualmente qualche ricompensa per i propri giocatori. Dopo le tabelle di raggruppamento troviamo tre elenchi dalla A alla Z in cui è spiegato nel dettaglio oggetto per oggetto. I tre elenchi dividono gli oggetti magici da quelli leggendari e dagli artefatti.
Come gli autori promettono, Treasures from Krynn offre una grande varietà di oggetti magici. Troviamo armi, armature, anelli, verghe e staffe, nonché una gran quantità di oggetti meravigliosi. C’è perfino qualche oggetto senziente, come la Blue Crystal Staff, che si erge a paladino dei deboli e degli oppressi (pur rimanendo soltanto un bastone magico). La lista spazia da comuni oggetti meravigliosi ad armi leggendarie. Troverete oggetti adeguati a gruppi di basso livello fino a tesori degni dei più grandi eroi. Treasures from Krynn contiene anche cinque potenti artefatti, intorno ai quali è possibile costruire intere campagne di gioco. La Crown of Power, l’antica corona posseduta dal Gran Sacerdote di Istar, è un esempio di questi.
Tutti gli elementi elencati hanno descrizione ed effetti ben spiegati. Alcuni oggetti in cui mi sono imbattuto leggendo il documento per scrivere questa recensione di Treasures from Krynn hanno dei riferimenti a incantesimi contenuti nella Guida Omnicomprensiva di Xanathar e nel Calederone Omnicomprensivo di Tasha. Inoltre sono presenti richiami ai più classici incantesimi ed effetti del Manuale del Dungeon Master e del Manuale del Giocatore.
Conclusioni della Recensione di Treasures from Krynn
Ogni cosa è pronta per essere inserita direttamente nelle vostre campagne di gioco, senza sforzi aggiuntivi. Anche se alcuni nomi e diverse ispirazioni vengono da Dragonlance, da Treasures from Krynn potete pescare a piene mani per arricchire il vostro mondo homebrew. Il contenuto è pensato per essere perfettamente compatibile con il sistema di gioco di D&D5e. Quindi potete utilizzarlo anche all’esterno di Dragonlance. Siete sempre liberi di rinominare qualche oggetto particolarmente legato all’ambientazione di origine.
Treasures from Krynn potrà quindi dare ottime soddisfazioni agli amanti di Dragonlance e anche a chi non è familiare con quel mondo. Gli appassionati troveranno contenuti fortemente pregni delle storie che amano. Per tutti gli altri, i contenuti rimangono validissimi elementi di gioco da adoperare con comodità.
Il marchio Sign of the Dragon si rivela ancora una volta un marchio di qualità. In conclusione di questa recensione di Treasures from Krynn, mi sento di consigliare questo prodotto a chiunque desideri un’interessante varietà aggiuntiva nella sua libreria di oggetti magici.
Se avete apprezzato questa recensione di Treasures from Krynn, continuate a seguirci per rimanere sempre informati su altri contenuti per D&D5e!
Prima di entrare nel vivo della recensione di Isle of the Dreaded Accursed, ci tengo a ringraziare il team di JVC Perry e Mr. Tarrasque per averci inviato una copia del manuale in modo tale da permettermi di farvelo conoscere.
Quella che vi presentiamo oggi è un’avventura per personaggi di quarto/quinto livello per D&D 5ee che ci consentirà di accompagnarli fino al livello dieci a seconda dello stile di gioco e dell’approccio dei giocatori. Siamo di fronte a un manuale di circa una settantina di pagine, con allegate delle mappe e degli handout di buona qualità, che permetteranno di immergersi in un’ambientazione marittima piena di creature mostruose e tensione dilagante. Non mancano inoltre i riferimenti al manuale Ultimate Bestiary: The Dreaded Accursed,dove si possono trovare tutti i mostri del modulo grazie alla collaborazione tra il team di autori e Nord Games.
Potete trovare il PDF completo dell’avventura sul sito di Drivethrurpg al costo di 25 euro e sarà prossimamente disponibile in copia fisica.
Il manuale fisico è il risultato di un’ottima campagna Kickstarter, risalente al mese di giugno del 2022 e che, a fronte di più di 900 sostenitori, ha raccolto oltre 27.000 euro a fronte dei 4.000 richiesti.
L’Ira di una Divinità
Cercherò di presentarvi l’avventura senza fare eccessivi spoiler, così da non rischiare di guastarvi il piacere di giocarla.
Cosa succede quando una divinità del mare scatena la sua furia? È proprio intorno a questa domanda che ruota tutta l’opera. Nei mesi precedenti, diversi fatti che coinvolgono il mare e i marinai hanno fatto ben capire che Elvirath, la divinità del mare, è completamente infuriata. È da qui che la storia ha il suo avvio. I personaggi saranno coinvolti in un’avventura che li porterà a viaggiare per mare e a cercare di scoprire i segreti e le motivazioni dietro a così tanta rabbia divina.
L’antefatto prevede infatti che i marinai (e in generale uomini e donne di mare) siano fedeli alla malvagia divinità del mare Elvirath. La Dea viene venerata offrendole sacrifici e doni e vivendo nella paura del suo nome e della sua fama. Tutto sembra funzionare per diverso tempo, almeno fin quando le cose non cambiano e la Dea inizia a manifestare in modo evidente la sua ira funesta; navi, moli e marinai sono le sue vittime, rendendo evidente che è successo qualcosa che non ha minimamente gradito.
La Struttura Narrativa del Modulo
Per come è stato sviluppato, Isle of the Dreaded Accursed può facilmente essere giocato come storia a sé stante o inserito all’interno di una campagna senza grande sforzo da parte del master.
L’avventura presenta una struttura classica di divisione per capitoli (sei per essere precisi), rendendo semplice per il master riuscire a seguire il flusso degli eventi e la loro relativa gestione. All’inizio è possibile trovare alcuni ganci narrativi per trascinare i giocatori nel vivo degli eventi della storia. Non mancano veri e propri paragrafi da leggere direttamente ai giocatori ripotando descrizione dei luoghi e parole dei vari PNG.
Fin dall’inizio del primo capitolo, emerge come sia un’avventura ricca d’azione; ai giocatori non mancherà certo la possibilità di mettersi in gioco e di rischiare la propria pelle pur di portare a casa la missione. Il tutto in ambientazioni marittime di buona qualità e che ti fanno sentire vivi i porti, le navi e le isole. Non è da meno il cast dei PNG, che risultano carismatici e per nulla ripetitivi.
Sicuramente non trascurabili si rivelano le appendici al fondo del modulo. I riferimenti dentro al testo sono tutti chiari e ben visibili in modo da rendere semplice per il master il loro immediato recupero. Nello specifico abbiamo una prima appendice, presentata come una vera e propria side quest, anch’essa con una struttura divisa in parti. Ho trovato particolarmente interessanti le successive poiché presentano delle nuove razze, classi e incantesimi pensati appositamente per l’avventura, dando nuovi spunti di gioco e interpretazione. Non mancano nemmeno nuovi mostri, le mappe e gli handouts.
Stile Grafico ed Handouts di Isle of the Dreaded Accursed
Dal punto di vista estetico, il manuale si rivela molto piacevole con tinte dominanti tendenti a diverse sfumature di verde. I paragrafi da leggere ai giocatori sono facilmente identificabili a colpo d’occhio grazie a box verdi che li rendono immediatamente visibili.
Le illiustrazioni sono ben curate e aiutano a immergersi ancora di più all’interno dell’atmosfera di gioco e non mancano tutte le art dei PNG più importanti dell’avventura.
Il reparto mappe è ben fornito; sono presenti tutte quelle che possono esserti utili per i luoghi incontrati lungo la storia.
Infine il modulo offre una serie di handouts già pronti, dall’aspetto godibile e che possono essere usati così come sono, o sfruttati come ispirazione.
Conclusioni della Recensione di Isle of the Dreaded Accursed
Isle of the Dreaded Accursedsi presenta quindi come un modulo di avventura divertente, lineare e che offre una notevole serie di sfide al giocatore. È l’ideale per coloro che vogliono affrontare la sorte per mare. Ritengo che possa andare incontro a buona parte dei gusti di master e giocatori offrendo delle sessioni interessanti, emozionanti e dinamiche.
A questo punto non vi resta che andare a darle un’occhiata!
Se vi è piaciuta questa recensione di Isle of the Dreaded Accursed, continuate a seguirci per scoprire nuove avventure e manuali per GDR!
In questa anteprima vi vogliamo parlare di The Black Ballad,un’epica e affascinante campagna che unisce il metal, la morte e il gioco di ruolo.
Il progetto è opera dei ragazzi di Storytellers forge, che ci hanno fornito il materiale per quest’anteprima, in collaborazione con DiAmorte, celebre gruppo metal. Vi consigliamo di vistare le loro pagine Facebook, Instagram e il loro sito ufficiale per rimanere informati sui loro lavori.
Questo progetto sarà disponibile in crowfunding su BackerKit dal 7 marzo.
Il Progetto The Black Ballad
Come già detto, The Black Ballad è un’immensa campagna di 10 capitoli compatibile con D&D5e; il fulcro del progetto è quello di unire la musica metal al gioco di ruolo; non a caso ogni capitolo dell’avventura sarà legato a una specifica traccia del nuovo album di DiAmorte, chiamato appunto The Black Ballad.
Il concept di The Black Ballad è veramente semplice ma molto d’effetto; la campagna inizia dove le altre finiscono: alla morte dei personaggi. Essi si ritrovano a Sunless Crossing, nella città di Nox Valar (dominata da potenti chierici e dalle loro divinità); qui intraprenderanno un’epica missione per salvare questo mondo. Per questa ragione l’aspetto religioso assumerà un ruolo fondamentale.
Oltre a questo punto d’inizio, sono promessi tantissimi agganci narrativi così da poter adattare la campagna a qualsiasi gruppo e stile di gioco.
Inoltre i creatori assicurano una grande possibilità di scelte realmente impattanti sulla trama, che porteranno a tantissimi finali differenti; non mancheranno nemmeno un’ampia varietà di mostri, nuove creature e un cast di PNG ricco e variegato.
Solo da queste premesse il progetto sembra immenso, con tante opzioni pronte a fornire tantissime ore di divertimento.
Arte Metal e Decadente
Abbiamo ricevuto in anteprima una buona collezione di immagini che saranno incluse nel manuale. Il primo impatto è stato di stupore e meraviglia! Tutte le illustrazioni sono molto cariche di espressività e mi hanno trasmesso sensazioni paragonabili ad un mix tra Elden Ring e la copertina di un album epic-metal. Quindi tutto grida a squarciagola: “Epicità!”.
Insieme alle illustrazioni, abbiamo ricevuto anche un esempio di impaginato. Anche qui gli autori non si smentiscono; il testo è organizzato in maniera chiara e leggibile; inoltre il tutto è contornato da dettagli ottimamente realizzati e perfettamente a tema.
Insomma, se queste sono le premesse, già l’aspetto grafico giustifica l’acquisto!
I Nuovi Contenuti
The Black Ballad non è però solo estetica e in anteprima ci sono stati forniti anche due PNG, un nuovo Mostro e il primo capitolo del manuale.
I PNG sono intriganti a livello di lore e scrittura; fanno venire una gran voglia di immergersi in questo mondo e scoprire chi altro lo abita. Sono descritti con un ampio approfondimento psicologico e sociale che può portare a tantissime situazioni di gioco; sono anche presenti suggerimenti per il narratore su come renderli al meglio.
Il nuovo mostro è affascinante sia come illustrazione che come storia; le abilità e le azioni del Devastatore del Vuoto sono del tutto nuove e molto ispirate. Sicuramente un avversario che ogni (incauto) gruppo di PG vorrebbe affrontare. Se tutti gli avversari manterranno questi livelli, si preannuncia una campagna tosta ma piena di emozioni.
Il primo capitolo di The Black Ballad è veramente bello. Tratta dell’arrivo dei personaggi a Sunless Crossing e di come dovranno imparare a sopravvivere e capire che non c’è riposo neppure nella propria morte. Ci sono tantissimi consigli al DM su come gestire l’ingresso dei PG nell’universo e su come settare e mantenere il tono; fornisce inoltre un’ottima spiegazione dell’ambientazione, così da renderla “viva” al punto giusto. L’avventura del primo capitolo è semplice ma coinvolgente; un ottimo inizio!
Se il tenore dei contenuti di tutto il manuale sarà questo, allora possiamo dire che The Black Ballad è un progetto che sarà ricordato nel mondo dei GDR!
Conclusione dell’Anteprima di The Black Ballad
Grazie alla qualità dei contenuti, il progetto The Black Ballad sembra veramente convincente; data l’esperienza dei creatori sicuramente si punterà a un risultato altamente rifinito e completo e per queste ragioni non posso fare altro che consigliarvelo e augurare ai ragazzi di Storytellers Forge il meglio!
Ricordatevi di seguire il progetto su BackerKit, così da non perdere nessun aggiornamento.
Se ti è piaciuta quest’anteprima di The Black Ballad, continua a seguirci per scoprire nuove campagne per D&D5e!
Ancora una volta ci troviamo a ringraziare Sign of the Dragon (Marco Bertini e Marco Fossati) per averci messo a disposizione una copia digitale di Undead Monsters per questa recensione. Il volume è un piccolo bestiario per D&D 5e. Il tema, come suggerisce il titolo, sono i non morti. Ancora una volta i due autori si rivelano tra i migliori creatori di contenuti nel loro settore: supplementi compatti e molto focalizzati, ma altamente spendibili in qualsiasi campagna.
Se dovesse essercene bisogno, la loro reputazione è confermata dai ringraziamenti speciali presenti nei credits. Nomi come Venti di Ruolo, Andrea “Rosso” Lucca e Riccardo “Musta” Caverni, senza far torto a chi è escluso per mancanza di spazio, sono di per sé un’ulteriore garanzia.
Undead Monsters è disponibile in formato digitale su DMsguild, come molti altri lavori di Bertini e Fossati. Può essere acquistato a 4,95 dollari. Per chi invece preferisce le piattaforme digitali, il bestiario pronto per Fantasy Grounds è disponibile al prezzo di 7,50 dollari.
Recensione del Volume di Undead Monsters
Undead Monsters offre 28 pagine di contenuti senza compromessi. Non ci sono introduzioni o premesse, né tabelle particolari. Solo ventuno creature non morte per popolare qualsiasi campagna, presentate in ordine alfabetico; più una singola tabella che le elenca in ordine di Grado Sfida.
Come altri lavori di Bertini e Fossati (Acererak’s Guide to Lichdom o Born to Be Kobold, ad esempio), Undead Monsters è stato creato con l’editor online gratuito Homebrewery, garanzia nell’offrire un’accurata replica degli standard di impaginazione per D&D 5e. La formula di DMsguild permette di utilizzare illustrazioni di autori di spicco nel panorama del fantasy e dell’editoria dei giochi di ruolo, mantenendo il costo molto accessibile. Alle volte questo può dare la sensazione di “già visto”, ma sicuramente il talento di nomi quali Dean Spencer o Wayne Reynolds compensano più che generosamente.
Non Morti come se Piovesse
Come anticipato, Undead Monsters è un bestiario tematico, che presenta ventuno nuove creature non morte. La maggior parte di queste, ben diciassette, è spalmata tra i primi dieci livelli di gioco. Ne restano solo tre che superano il Grado Sfida 10: il Giant Undead, lo Zombie Many-Eyed e lo Skeleton Warrior. Con l’aggiunta della versione avanzata del Vrykolakas, una creatura presentata in questo stesso manuale che normalmente ha un Grado Sfida 7.
Nonostante la natura compatta di questo supplemento, la cura con cui è stato realizzato è evidente. Non c’è particolare approfondimento di lore, anche perché le creature sono svincolate da qualsiasi ambientazione; anche se va detto che il Banedead, come suggerisce il nome, è tematicamente legato alla divinità della Tirannia dei Forgotten Realms. Eppure, nonostante questa “mancanza”, il punto forte delle creature presentate è proprio quello di avere una forte caratterizzazione.
Recensione delle Creature di Undead Monsters
Oltre al già citato Banedead, che è per l’appunto una creatura che si immola in un rituale necromantico in nome di Bane, al tiranno è dedicato anche il Baneguard, concepito più che altro come un servitore. Per il resto il manuale presenta varie tipologie di non morti; scheletri (fiammeggianti e non) e zombie, ma anche ghoul, variazioni sul tema vampiro e creature completamente originali.
Tra i più interessanti c’è sicuramente il Coffer Corpse, frutto di un rituale necromantico incompleto alla ricerca di una fine ultima impossibile da raggiungere. La Ghostly Horde ha l’interessantissimo concept di essere una sorta di sciame di fantasmi incorporei completamente dedicati a una causa, solitamente originatisi dai resti di un esercito morto in battaglia.
Lo Screaming Ghoul è una rivisitazione del ghoul tradizionale, così come il Lightning Zombie lo è dello zombie tradizionale. Lo Spectral Mage spicca perché, a differenza degli altri, ha un allineamento solitamente malvagio, ma non vincolante.
Conclusioni
Si rischierebbe di perdere fin troppo tempo discutendo ulteriormente delle creature presentate in Undead Monsters in questa recensione, e se ne rovinerebbe il piacere della lettura. Come anticipato, ognuna di esse ha una caratterizzazione spartana ma solida; e come in tutti i supplementi pubblicati da Sign of the Dragon, flessibile e adattabile a qualsiasi ambientazione. Il materiale è sicuramente congruo al prezzo per il quale viene offerto, con tutti i suoi pro e i suoi contro.
Ma alla fine sono soprattuttto i pro a pesare sulla bilancia, perché si tratta di contenuti estremamente utili. Se avete bisogno di introdurre qualche minaccia che si trova sul confine tra la vita e la morte nella vostra campagna, Undead Monsters è perfetto. Ma è assolutamente utile anche per dare una sferzata su toni più cupi e horror alla narrazione. In generale, come ormai questi due autori ci hanno abituati, si tratta di materiale assolutamente consigliato.
Se ti è piaciuta questa recensione di Undead Monsters, continua a seguirci per altre novità su D&D 5e!
Prima di affrontare la recensione di Goblingrief, vorrei ringraziare Menagerie Press per averci mandato questo modulo avventura per D&D5e in modo da poterlo analizzare e parlarvene.
I goblin sono bestie miserabili. Non hanno uno scopo migliore che fare da concime per le mie rose. Brendat Aradu, Signore di Leirros
Potete trovare l’avventura Goblingriefsul sito di Drivethrurpg in diversi formati; con copertina morbida al costo di 15 dollari (15 euro circa), con l’aggiunta del formato digitale a 27 dollari (circa 27 euro) o a soli 12 dollari (12 euro quindi) se vi basta la versione in PDF.
Partiamo con il dire chesi tratta di un’avventuradi 23 pagine, pensato per portare i personaggi dal primo al terzo livello; consente di essere inserito in una campagna più ampia o giocato come avventura singola, con qualche accorgimento.
Un Gancio Narrativo non Particolarmente Solido
Una spada magica e una promessa sposa rapita sono le basi da cui parte Goblingrief, l’avventura scritta da Karrin Jackson. In effetti non si può certo dire che il gancio narrativo che avvia all’avventura sia tra i più originali.
I personaggi vengono ingaggiati da Lord Brendat Aradu per salvare la sua fidanzata, rapita da una banda di goblin; per liberarla, questi ultimi esigono un riscatto: Goblingrief, una spada incantata che vogliono distruggere.
Se non bastasse il denaro a convincerli, ben 150 monete d’oro a testa, i personaggi possono, una volta liberata la donna e sgominati i goblin, tenere la spada incantata.
L’arma però non è in possesso del Lord ma è stata smarrita nelle catacombe sotto alla città. Le leggende narrano di questa spada senziente che odia i goblin ed è particolarmente efficace nello sbaragliarli. Purtroppo nessuno sembra avere una mappa dettagliata delle catacombe; Vertasha Dirsk, una veterana che è solita ubriacarsi alla locanda del Vecchio Gabbiano, sostiene però di essersi avventurata nelle profondità sotto la città.
Risulta abbastanza evidente che qualora i personaggi decidano di rifiutare l’ingaggio è compito del DM riportarli, in qualche modo all’interno dell’avventura. Per fare questo vengono suggeriti un paio di escamotage che non rendono però convincente il gancio narrativo.
Recensione della Struttura Narrativa di Goblingrief
Come molte delle avventure per D&D5e, ancheGoblingriefsegue una struttura narrativa pressoché lineare. Una volta accettata la missione, che sia per denaro o per desiderio di rivalsa sui goblin, i personaggi possono decidere di scendere nelle catacombe in cerca della spada o dirigersi direttamente verso il luogo in cui la promessa sposa di Lord Aradu viene tenuta prigioniera.
La struttura di Goblingrief, come vedremo in questa recensione, è suddivisa essenzialmente in quattro grosse sezioni. La prima sezione è di fatto l’introduzione in cui i personaggi vengono in contatto con Lord Aradu e scoprono il motivo della chiamata e la ricompensa. La seconda sezione dettaglia l’eventuale esplorazione delle catacombe. La terza parte riguarda l’attraversamento della foresta che circonda Leirros. La quarta definisce lo scontro con i goblin nella loro tana e la liberazione di Ilun Richfeather, fidanzata di Lord Aradu. Ogni sezione è strettamente interconnessa alle altre, anche se è possibile invertire l’esplorazione delle catacombe con il salvataggio di Ilun.
Se la struttura in sè non è nulla di particolarmente all’avanguardia o innovativo, devo sottolineare che il supporto narrativo fornito al DM è invece molto interessante.
L’Esplorazione del Dungeon
Come ogni buon dungeon che si rispetti, anche quello di Goblingrief, come si evince da questa recensione, presenta una serie di sfide e di incontri di diverso tipo.
La mappa delle catacombe, presente tra le appendici del manuale, è sviluppata su due livelli. Ogni sezione è contrassegnata da una lettera dell’alfabeto. La stessa lettera si trova nella sezione descrittiva e dettaglia tutti gli elementi essenziali per poter essere facilmente gestita da qualsiasi DM, anche uno alle prime armi.
Il percorso all’interno delle catacombe non è forzato e possono essere evitate intere aree con i conseguenti pericoli, rinunciando però alle ricompense.
Suoni, odori e sensazioni vengono ben indicati in un riquadro apposito; non mancano nemmeno le informazioni necessarie alla gestione degli incontri con le creature.
La Foresta di Falforte
La foresta di Falforte è un bosco di conifere che si trova tra Leirros e Wormmock, la tana dei goblin. Una strada conduce attraverso il bosco, garantendo ai viaggiatori una certa sicurezza ( non esente però da qualche mostro errante).
La sezione dedicata al bosco fornisce una serie di informazioni che possono essere estremamente utili al DM per descrivere in maniera coinvolgente l’ambiente che circonda i personaggi. Vengono forniti spunti per diversi sensi: odori, suoni, illuminazione e particolari visivi.
L’esplorazione non è scevra da pericoli o da incontri così da non lasciare a bocca asciutta quei gruppi che abbiano deciso di saltare a piè pari le catacombe. Per non fare troppi spoiler, posso dirvi che in questa sezione sono presenti una sidequest e uno scontro ben bilanciato per un gruppo di almeno 4 personaggi tra il primo e il terzo livello. Aggiungo anche che qualora il DM volesse allungare l’esperienza, è presente una pratica tabella per gli incontri casuali.
Romance, sì Grazie
Fin qui, come si evince da questa recensione, Goblingrief è essenzialmente un’avventura esplorativa. Tuttavia mi preme sottolineare come, in tutta la stesura della narrazione, siano presenti diversi elementi che consentono al DM di raccontare insieme al dungeon crawling anche una trama che si fonda sui sentimenti. In fondo il motore del gancio narrativo è il rapimento della promessa sposa di Lord Aradu.
In realtà Karrin Jackson fa di più nella stesura di questa breve avventura; approfondisce le motivazioni ed i sentimenti di tutte le parti in causa. I goblin hanno più di un motivo per volere la spada Goblingrief, la spada stessa nasconde i suoi segreti. Anche la veterana Vertasha, che può essere trovata alla locanda, vive con il rimpianto di aver perduto nelle catacombe la propria amata.
Recensione delle Appendici di Goblingrief
L’avventura non è tra le più lunghe. E’ infatti gestibile in due o al massimo tre sessioni di tre ore, a meno che il DM non aggiunga incontri durante l’esplorazione della foresta. Goblingrief ha però un’ampia e particolareggiata sezione dedicata alle appendici che generano sicuramente un plusvalore.
In questa parte del manuale è presente la mappa delle catacombe, molto ben realizzata e dettagliata, oltre che perfettamente utilizzabile in partita senza particolari accorgimenti.
Subito dopo si trova la descrizione particolareggiata della spada Goblingrief. Questa appendice ne specifica non solo le caratteristiche e i poteri ma anche la sua storia, che non a caso è una storia d’amore.
L’ultima appendice riguarda Leirros, la cittadina in cui i personaggi muovono i primi passi all’interno di questa avventura. Anche in questo caso posso dire che la descrizione dei luoghi principali è decisamente ben fatta. Vengono anche introdotti una serie di PNG che caratterizzano il contesto, rendendolo vivo e vivace.
Conclusioni della Recensione di Goblingrief
Ho apprezzato particolarmente l’attenzione alle motivazioni delle creature presenti in questa breve avventura. Non solo i goblin hanno comprensibili ragioni per comportarsi in tal modo, ma persino i ratti nelle catacombe hanno un certo spessore.
In conclusione, Goblingrief è un’avventura senza troppe pretese e piacevole da giocare. Può però essere anche un ottimo esempio di come utilizzare le descrizioni sensoriali per immergere i giocatori nell’atmosfera voluta.
Se vi è piaciuta questa recensione di Goblingrief, continuate a seguirci per scoprire altre avventure D&D5e e altri giochi di ruolo!
Ringraziamo Janaka Stucky e Blazing Worlds per averci inviato una copia fisica di Ekphrastic Beasts al fine di poter scrivere questa recensione. Quello che potrebbe essere scambiato per un manuale di strane creature per D&D5e è invece un artbook che racchiude le opere di quattro talentuosi illustratori. La presenza di un breve testo descrittivo e delle statblock per il gioco di ruolo più famoso al mondo lo rendono anche un bestiario per un gioco di ruolo, ma è certamente la sua seconda anima. E’ anche il motivo per cui sto scrivendo una recensione di Ekphrastic Beasts su No Dice Unrolled.
Il progetto Kickstarter di Ekphrastic Beasts ha ottenuto quasi 60.000$ da 1175 sostenitori. Dalla pagina del progetto è ancora possibile fare un late pledge, cioè comprare il prodotto realizzato con Kickstarter anche dopo il termine della campagna.
Fin dal primo momento in cui ho posato lo sguardo su Ekphrastic Beasts, ben prima di scrivere questa recensione, ho capito che non era un manuale come tutti gli altri. Ci sono molti manuali più eleganti, meglio impaginati o meglio rifiniti. MaEkphrastic Beasts è speciale perchè è prima un artbook e poi un manuale per un gioco di ruolo.
Già il titolo è particolare. L’ekphrasis è la descrizione verbale di un’opera d’arte. Quindi il titolo sta a significare che si tratta di un compendio dove delle opere d’arte bestiali vengono descritte a parole e a statistiche. Prima viene l’arte, poi la parola e i modificatori.
Citando direttamente la spiegazione presente sulla pagina del progetto Kickstarter:
Piuttosto che rivisitare luoghi comuni fantasy, abbiamo iniziato con quattro rinomati illustratori, ognuno dei quali ha creato opere d’arte originali direttamente dalle profondità abissali del subconscio. Ogni illustrazione è poi stata data al nostro autore per generare, come se fosse reverse engineering, nomi, storie e statistiche per ciascuna. Il risultato: un compendio creato da artisti di creature, spiriti, demoni meravigliosamente illustrati, che non avevano mai visto la luce del giorno o l’oscurità di un dungeon prima!
Materiali e Impaginazione
Il manuale di Ekphrastic Beasts è un bel volume di oltre 130 pagine, con copertina rigida ruvida che presenta unicamente il sigillo dorato dell’opera. L’interno delle copertina è realizzato con un’elegante tonalità di rosso. La qualità della carta e dei colori è ottima. Stilisticamente dunque la prima impressione prendendolo in mano è di qualcosa di elegante e prezioso.
L’impaginazione è invece più ordinaria. Prefazione e introduzione sono svariate pagine di scritto singola colonna senza nessun elemento grafico o suddivisione spaziale. Poi i contenuti di Ekphrastic Beasts sono presentati in maniera sempre uguale e funzionale: l’illustrazione a pagina intera, seguita da descrizione e statblock classici su due colonne. A volte dei richiami delle opere compaiono nelle pagine descrittive ottenendo un piacevole effetto. Complessivamente è un buon lavoro, ma mi dà l’impressione che si sarebbe potuto fare qualcosa di più nelle pagine iniziali.
Recensione delle Illustrazioni di Ekphrastic Beasts
E’ impossibile fare una recensione anche solo minimamente esaustiva delle quasi cinquanta illustrazioni di creature presenti in Ekphrastic Beasts. Si tratta di mostri strani, particolari, alcuni dei quali con elementi o anatomie molto al di fuori dell’ordinario. Potete dare un’occhiata alle immagini presenti in questa recensione e da esse farvi un’idea. Il livello è mantenuto per tutto il libro.
Ognuno dei quattro illustratori ha il suo stile, ognuno porta qualcosa di diverso e unico nel seguire il file rouge che unisce tutti i disegni. La bellezza dei lavori è indiscutibile, l’unica discriminante è il gusto di chi guarda per la tematica e i soggetti.
Indipendentemente dalla realizzazione di statblock per D&D, credo che delle opere grafiche così particolari ed evocative possano essere d’ispirazione anche per altri giochi. Penso agli OSR, a ogni gioco che entra in contatto con l’universo lovecraftiano, ma anche a quelli che hanno a che fare con i mostri del folklore e il soprannaturale presente nel nostro mondo.
Recensione dei Contenuti Scritti di Ekphrastic Beasts
Come accennato ogni creatura viene descritta con il classico formato testo e statblock. C’è una buona varietà di tipologie e di tutti i descrittori tipici dei mostri di D&D. Resistenze, immunità, attacchi, capacità speciali e leggendarie. Sono veramente molte le sfumature che rendono interessante utilizzare questi mostri durante il gioco. La parte testuale poi si impegna a fornire una descrizione coerente con le statistiche e l’allineamento che aggiunge dettagli e spunti per possibili utilizzi.
Janaka Stucky, a cui va dato il merito di tutta questa parte, ha anche approfittato delle descrizioni in ogni mostro per creare un sottile riferimento a un’ambientazione condivisa. Non tra tutte le creature e niente di troppo formato; semplicemente un accenno di possibile collegamento che ogni narratore può decidere se sfruttare o meno.
Al fondo del volume ci sono molte comode tabelle. Le creature sono classificate per artista, per taglia, per tipo, per allineamento, per grado di sfida e per clima. Un lavoro semplice, ma una varietà di dati molto utile.
Conclusioni
In questa recensione di Ekphrastic Beasts ho dovuto parlare di ogni aspetto del manuale. Eppure specialmente per questo prodotto va dato un peso diverso a ogni sfaccettatura. Ho parlato di materiale, impaginazione, statblock, descrizioni, ma le protagoniste di Ekphrastic Beasts sono indubbiamente le immagini. Ne ho parlato per un paio di frasi ma rappresentano il cuore del manuale e come tali andrebbero trattate.
Non dico di valutare o acquistare Ekphrastic Beasts solo sulla base delle illustrazioni, ma certamente rendersi conto che sono il centro di tutto e il fulcro del valore del prodotto (perfettamente sostenuto dalla qualità del resto del manuale). Perciò, prima di chiudere questa pagina, date ancora uno sguardo alle immagini e godetevele!
Continua a seguirci se vuoi essere sempre aggiornato su supplementi per D&D5e come Ekphrastic Beasts!
Prima di iniziare questa recensione, ci tengo a ringraziare Luisa Laudonio per averci inviato una copia del suo romanzo La Battaglia di Rhodheim. Luisa è un’appassionata di giochi di ruolo e scrittura che ha fuso le sue passioni per creare il suo primissimo libro.
Si tratta di un romanzo fantasy tratto da una campagna di Dungeons&Dragons 3.5 giocata da Luisa insieme al suo gruppo, dove i protagonisti sono i personaggi interpretati al tavolo. L’autrice ha specificato che La Battaglia di Rhodheim è il primo di una lunga serie di libri che andranno a comporre la saga delle Cronache di Amaria.
Il romanzo La Battaglia di Rhodheim, protagonista di questa recensione, è disponibile su Amazon in copia fisica con copertina flessibile (circa 25,50 €), copertina rigida (circa 19,40 €) e in formato Kindle (circa 4,90 € o gratis con abbonamento Kindle Unlimited).
Ambientazione e Trama de La Battaglia di Rhodheim
Nell’anno 5000, ovvero 3000 anni orsono, il mondo di Amaria si ritrovò nel caos. Gli Dei Creatori (Loken, Freya, Mimiron, Thorim e Sif) si scontrarono con idemoni, creature intenzionate a sterminare ogni forma di vita su Amaria, nella cosiddettaGuerra del Drago. Per combattere questa minaccia, i Creatori plasmarono le razze: elfi, umani, nani, orchi, mezzuomini e draghi. La guerra fu vinta dagli Dei e i loro culti si diffusero in tutto il mondo; loro però abbandonarono Amaria, senza dare alcuna spiegazione ai popoli.
Nel corso dei secoli la Guerra del Drago divenne solamente una leggenda, sebbene ilculto degli Dei sia ancora diffuso. L’abbandono degli dei portò molte razze al declino; i nani sparirono senza lasciare traccia, i draghi sembrarono estinguersi e gli elfi diminuirono drasticamente come numero, così come i loro domini. Al contrario, gli umani riuscirono a conquistare le terre selvagge, prendendo potere e regnando sull’intera Amaria per millenni.
Quarant’anni fa, il regno di Drakas (proveniente del continente meridionale) minacciò il culto con la figura del Dio Drago Imperatore, iniziando una crociata. Attualmente Drakas è riuscito a conquistare tutti i territori del continente meridionale, sterminando gli orchi che abitavano queste terre. Nonostante il gran territorio conquistato, il Dio Drago marcia verso l’Impero insulare di Xi, le terre a nord del regno di Helvat e la foresta di Laurelin.
Ora che Rhodheim, una piccola cittadina dell’Helvat, è minacciata dalla crociata drakassiana, come reagirà il resto di Amaria?
Territori del Mondo di Amaria
L’Impero di Drakas controlla tutti i vecchi regni che componevano il continente meridionale. Il Divino Imperatore è l’unico ad avere il comando su questi territori, imponendovi il suo culto. La schiavitù è diffusa ed è il destino di chi si rifiuta di convertirsi. Nella capitale Bizantius si trova il palazzo Imperiale; Samarra è sede della cattedrale del Dio Drago, dove viene diffusa la sua dottrina. Quest’ultima città ospita il porto commerciale più prosperoso di Amaria.
Il Dio Drago Imperatore ha deciso di espandere i suoi territori a est, dove si trova l’Impero insulare di Xi e a nord, verso l’antico regno norreno ormai diviso in Helvat e Novrune. La crociata di Drakas prosegue ma questi territori non si arrendono; dopo decenni di battaglie, i conflitti sono ancora aperti. Il regno di Novrune, dopo aver aiutato Helvat a resistere all’Impero drakassiano, si è ritirato nella neutralità.
Tutto il continente orientale di Amaria, chiamato Albadia (Scalthia, Occania e Galladia) non è coinvolto nelle guerre di Drakas; il sovrano di Occania, Re Nomlik, vorrebbe però prendere potere sui territori ancora selvaggi del suo stesso continente. Il continente di Albadia non è l’unico a non essere coinvolto nella guerra; questo vale anche per la foresta di Laurelin, l’unico territorio ancora sotto il dominio degli elfi; il suo reggente, Lusigdris, sembra avere a che fare con il Comandante Supremo Bellius Vardo a capo dell’esercito drakassiano.
L’esercito di Drakas viene continuamente rifornito di tecnologie militari direttamente importate dalla Repubblica Tecnocratica Occidentale, una grossa isola nel mare ad ovest dei regni nordici.
Le Razze di Amaria
Gli umani si sono evoluti ed espansi in tutti i continenti del mondo. La leggenda narra che discendano dal regno norreno e furono creati dal Dio Thorim. In base alla loro provenienza, presentano caratteristiche molto differenti. Nell’Helvat e Novrune la maggior parte sono analfabeti e religiosi con credenze norrene. Gli umani di Xi sono ben istruiti per quanto riguarda le nozioni del proprio Impero, mentre non si interessano a questioni internazionali. In Albadia l’istruzione non è concessa a tutti, bensì solo ai nobili. Nell’Impero Drakas invece l’istruzione è principalmente religiosa e obbligatoria a chiunque, esclusi gli schiavi. In Galladia molti umani sono riusciti ad imparare le arti arcane, cosa molto rara altrove.
Gli elfi sono la civiltà più antica di questo mondo, vivono molto a lungo e alcuni sono immortali. Gli individui di questa specie diminuiscono con il passare del tempo; i pochi rimasti custodiscono ancora i segreti della magia arcana. La loro società si divide in due gruppi: gli alti elfi e gli elfi silvani. I primi padroneggiano meglio le arti magiche e hanno maggior rilievo nella società; i secondi invece non hanno il controllo della magia, hanno i capelli più scuri e vivono in sintonia con la natura. Gli elfi diffidano molto degli umani a causa della loro presa di potere; venerano inoltre gli Dei, in particolare la Dea Madre Freya.
I mezzuomini sono degli adoratori del Dio Mimiron, ma non si sa da dove provengano. Spesso si possono trovare raggruppati in piccole comunità nomadi e vengono trattati con diffidenza dalle altre razze. Sono affini alla magia arcana e spesso sono coinvolti in attività illegali. Si differenziano dagli umani anche per la loro pelle scura.
Personaggi de La Battaglia di Rhodheim
I protagonisti di questo romanzo non sono altro che i personaggi interpretati dai giocatori, ognuno con il proprio background e un obbiettivo. All’inizio del romanzo sono anche presenti le illustrazioni dei personaggi e una loro schematica introduzione.
Eren Braun è uno degli sfortunati che si è ritrovato sotto le grinfie dell’Impero del Dio Drago, non accettando di sottomettersi al culto e divenuto prigioniero. Eren vorrebbe rivoluzionare la sua vita e ricominciare tutto da capo, dimenticandosi della schiavitù.
Ithilwen è una ragazza che non conosce le sue origini ed è rimasta orfana. Si guadagna da vivere alla Rosa Nera, una casa del piacere di sua proprietà, e fa parte di un’associazione criminale chiamata Ronin di cui si conosce ben poco. Il suo obbiettivo è scoprire la sua vera identità.
Kepler Aust, elfo figlio di Copernaus e Curein Aust, rimase orfano quando i genitori si ammalarono di un morbo. Gli elfi a quei tempi erano impegnati con la ricerca dell’immortalità, così instaurarono un Consiglio dei Re fine a questa causa. L’esperimento finale non andò a buon fine e i due si ritrovarono con uno strano morbo di cui non si conosce la vera origine. Kepler, nonostante l’orribile sorte dei suoi genitori, vuole continuare le ricerche per l’immortalità.
Lia sta passando la sua vita insieme a Ioji, un mezzuomo che le ha fatto da padre per lunghi anni, in continua fuga. Molte elfe della sua età vengono uccise perchè si pensa che la principessa del vecchio regime elfico sia fuggita prima che l’intera famiglia venisse giustiziata, uccisa perchè il vecchio reggente non volle accettare un’alleanza con Drakas. Lia ad oggi non conosce le sue vere origini ma è legata a Fenris, un lupo che da sempre le sta accanto.
Stile de La Battaglia di Rhodheim
Questo primo libro della saga Cronache di Amaria introduce i personaggi e il mondo in cui si muovono; potrete quindi conoscere man mano i personaggi principali, i loro caratteri, come si evolvono per raggiungere i loro obbiettivi e che alleanze stipulano.
L’autrice si focalizza molto sui personaggi favorendo l’immedesimazione del lettore. Le emozioni infatti accompagnano sempre i protagonisti: la paura, la rabbia, l’eccitazione, la gioia e l’amore sono di contorno ad ogni circostanza descritta. Purtroppo però ho trovato alcune scene troppo introspettive o non necessarie; per mio gusto personale non ho amato l’eccessivo inserimento di alcuni momenti amorosi spinti, anche perchè non necessari a rendere l’opera più interessante.
Il fulcro di un gioco di ruolo come D&D è invece sicuramente il combattimento. Le scene d’azione a mio parere non sono state gestite nel modo corretto e le ho trovate fin troppo sbrigative, così da togliere quasi completamente l’eroicità dei momenti critici.
Lo stile di scrittura dell’autrice è molto semplice e basilare. La lacuna più grande però è la mancata revisione del testo; la grammatica presenta fin troppi errori e alcune frasi non hanno un senso chiaro. Alcuni concetti non vengono addirittura spiegati, così il lettore si ritrova a collegare i punti da solo e sperare di aver azzeccato. Sicuramente per il seguito di questa saga sarebbe auspicabile una migliore revisione del testo.
L’autrice avrebbe potuto aprire un piccolo capitolo per spiegare cos’è un gioco di ruolo per dare un contesto ai lettori nuovi a questo mondo; un approccio simile avrebbe forse anche stimolato nuovi giocatori, oltre a migliorare la fruibilità dell’opera stessa.
Recensione dell’Estetica de La Battaglia di Rhodheim
L’estetica di Cronache di Amaria: La Battaglia di Rhodheim è uno degli aspetti più discutibili del romanzo.
Iniziamo però dagli aspetti positivi; le illustrazioni dei personaggi de La Battaglia di Rhodheim sono ben realizzate e aiutano a visualizzarli meglio (come potete constatare dalle immagini incluse in questa recensione). La copertina rigida del libro è liscia e l’illustrazione presente è particolareggiata e attira subito l’attenzione del lettore. Il font utilizzato è adeguato e ben leggibile.
Passiamo ora agli aspetti meno piacevoli. Sulla copertina del libro non è presente una maiuscola nel titolo, non una questione da poco siccome è la prima cosa che vedi prendendolo in mano. Nel retro del libro si può trovare una breve introduzione all’autrice, ma non c’è traccia di un’introduzione al romanzo; come faccio a sapere cosa andrò a leggere? All’inizio dell’opera sono presenti delle mappe del mondo di Amaria ma purtroppo, a causa della scarsa qualità delle immagini e della loro impaginazione approssimativa, non tutti i nomi dei luoghi sono chiari e leggibili. Infine, quasi tutto il testo è completamente allineato a sinistra, non permettendo una lettura spedita.
Tutti questi difetti possono essere giustificati dal fatto che si tratti di un libro autoprodotto, perciò immagino non sia stato facile crearlo; un margine di errore per forza di cose c’è, ma per i prossimi volumi sarebbe stupendo vedere dei miglioramenti a riguardo.
Conclusioni della Recensione de La Battaglia di Rhodheim
L’autrice con questo libro è riuscita a unire le sue passioni per la scrittura e per il gioco di ruolo, creando un’opera adatta anche a chi non gioca a D&D. Si vede che c’è molta passione dietro a questo progetto; d’altronde chi non vorrebbe scrivere una saga sulla campagna che più lo ha segnato?
Consiglio questo romanzo a chiunque ami il fantasy e le letture leggere; non fatevi spaventare dalle 360 pagine, la storia ha le carte in regola per farsi sempre più interessante!
Se vi è piaciuta questa recensione de La Battaglia di Rhodheim, continuate a seguirci per scoprire altri romanzi ispirati a giocate di ruolo!
Innanzitutto ringraziamo Kobold Press per averci inviato una copia digitale di Scarlet Citadel al fine di scrivere questa recensione. Si tratta di una classica avventura da 10 livelli per D&D5e. E’ pubblicata da Kobold Press, di cui abbiamo già recensito in passato l’ottimo bestiario Tome Of Beasts II. La firma è di Steve Winter, autore veterano di D&D, che ha alle spalle decine di prodotti del gioco di ruolo più famoso del mondo, avendo lavorato già per TSR e poi per Wizard of the Coast.
Scarlet Citadel è nata con un Kickstarter che ha ricevuto più di 150.000$ da oltre 2500 sostenitori, potendo così ottenere numerose aggiunte di illustrazioni e contenuti attraverso diversi stretch goal raggiunti. Attualmente è possibile l’acquisto direttamente dal sito di Kobold Press. La versione digitale costa 24.99$, quella fisica con copertina rigida 39.99$ e le due insieme 44.99$. Ci sono anche altri possibili acquisti come le versioni per alcune piattaforme di gioco digitale come Roll20 oppure la raccolta delle mappe.
Uno Sguardo d’Insieme a Scarlet Citadel
La recensione di Scarlet Citadel prende in considerazione la sola versione digitale. Si tratta di un PDF da 210 pagine. E’ qualitativamente e stilisticamente sovrapponibile ai prodotti ufficiali. L’impaginazione è classica e anche frequenza, tipologia e organizzazione delle immagini ricordano i manuali originali. Il colore predominante è il rosso e lo stile grafico piacevole e dettagliato.
Sbirciando l’indice si notano 10 pagine di introduzione generica, seguite da 20 dedicate a una descrizione generale della location. I 6 livelli del dungeon occupano la maggior parte dello spazio, con oltre 140 pagine. Chiudono le appendici, classicamente dedicate a creature, PNG, magia e oggetti magici. Impreziosiscono il prodotto una quindicina di mappe e tre handout. A proposito di mappe ci tengo a sottolineare la presenza di mappe a più strati. Vi sono infatti modifiche da fare alle mappe in base a possibili conseguenze narrative che si eseguono sovrapponendo una nuova porzione di mappa sulla vecchia. Veramente una bella idea.
I Contenuti Divulgabili dalla Recensione di Scarlet Citadel
La prima parte, l’introduzione, dettaglia con molta chiarezza svariati aspetti dell’avventura. Fornisce informazioni per la gestione dei suoni, delle serrature, dell’avanzamento e molto altro. Viene esplicitamente dichiarato che l’avventura mette di fronte avversari spesso più forti delle reali possibilità degli avventurieri, perchè si aspetta che battere in ritirata, riorganizzarsi e studiare un piano sia una delle principali tattiche che gli avventurieri dovranno mettere in campo.
Lo stesso livello di dettaglio è utilizzato per la descrizione della zona di Redtower, il villaggio che sorge vicino alla Cittadella Scarlatta che dà il nome a questa avventura. Non sono poche venti pagine di informazioni, tra PNG, gossip, tabelle, spunti, eventualità e altro ancora. Viene anche esplicitato come ci si aspetta che si giochi dal punto di vista delle meccaniche, per rendere perfetta la sincronia tra chi ha scritto queste stanze e chi le affronterà. Con qualche accorgimento, non vi sono problemi a inserire la location in quasi qualunque ambientazione. Le possibilità fornite sono tante e basterebbero i dintorni della Cittadella Scarlatta a tenere attivi e interessati gli avventurieri, ma è mio compito addentrarmi nei suoi livelli più profondi, benchè non potrò raccontarvi quasi nulla di ciò che vedrò.
(Non) Recensione dei Livelli del Dungeon di Scarlet Citadel
Io ci provo a recensire il dungeon senza fare spoiler, ma certamente è dura. Dovrete fidarvi del mio giudizio. Vi assicuro, non sono uno che si accontenta facilmente. Infatti il livello 0 l’ho trovato nulla di speciale. Non brutto, semplicemente un po’ piatto. Anche la mappa mi ha dato l’idea di esteticamente migliorabile, come alcune altre più avanti. Non brutta, ma in giro si vedono mappe migliori.
Già il primo piano sotterraneo sale di livello, benchè si scenda. Gli avventurieri si addentreranno tra cripte di famiglia e sotterranei del castello. Basta, dopo questo non vi rivelerò altri dettagli dei livelli inferiori. Senza fare spoiler, questo piano si fa decisamente più interessante per molti motivi. Benchè sia un semplice dungeon, ci sono diverse possibilità e diversi risultati, niente male. Le informazioni sono molte e ben fornite, senza esagerare in nozioni inutili per il gioco. C’è tanta carne, insomma.
Il livello due mi è piaciuto. Alcune rivisitazioni mischiate a elementi più nuovi, tabelle per effetti particolari e creativi, un dungeon che mastererei volentieri e che sicuramente permette di raccontare ottime storie. Il successivo, il terzo, cambia completamente ambiente e situazione. Gli avventurieri verranno messi ancor maggiormente sotto pressione. Un loro approccio superficiale o troppo sicuro porterà probabilmente a esiti disastrosi. Il master deve essere ben organizzato per gestire il dungeon nella sua interezza, ma in cambio potrà dare una sfida realistica e intensa ai suoi giocatori.
I Livelli Inferiori
Il quarto livello offre di nuovo un cambio di ambiente, avversari e situazioni. Il tasso di difficoltà rimane elevato rispetto alla potenza presunta degli avventurieri e anche in questa situazione andrà valutato con attenzione l’approccio migliore per affrontare le sfide. Non vi è una sola soluzione, perciò giocatori diversi potranno scegliere la tattica più congeniale ai loro personaggi e alle loro preferenze.
Il quinto strato è molto interessante. Ambiente fisico, mistero, poteri, situazioni particolari sono mischiati e presentati con attenzione. Si genera un capitolo dell’avventura variegato e horrorifico. Le capacità dei personaggi sono cresciute e con esse le minacce che devono affrontare. La tensione sale, in quanto ci si avvicina al gran finale.
L’ultimo capitolo mantiene le promesse e offre un ambiente mortalmente pericoloso. Ma si tratta anche di una degna conclusione di un viaggio durato 140 pagine e chissà quante sessioni.
Qualche Ulteriore Considerazione
Vorrei ancora soffermarmi su alcuni aspetti. E’ molto interessante il paragrafo che descrive come si riorganizza o viene nuovamente “riempito” un livello dopo che è stato abbandonato e viene successivamente riesplorato da parte degli avventurieri.
Un’altra caratteristica che può interessare è il significativo numero di tabelle di eventi, particolarità e conseguenze che possono capitare ai personaggi. Una strizzata d’occhio al mondo OSR e un pizzico d’imprevedibilità che può gettare pepe nell’avventura.
Un’informazione che va data è la presenza di mostri tratti dai bestiari della Kobold Press, nello specifico Creature Codex e Tome of Beasts. Se si ne è sprovvisti la necessità di acquistarli può essere un ostacolo. Sono manuali di indubbio valore e un buon investimento, ma comunque l’acquisto “obbligato” non è un punto a favore. Certamente l’originalità dei mostri lo è. Alla peggio è possibile sostituire o inventare le statblock.
Recensione delle Appendici di Scarlet Citadel
L’appendice I del prodotto è riservata a creature, oggetti magici e incantesimi. La qualità creativa e l’originalità che ho già visto negli altri prodotti di Kobold Press qui vengono mantenute. A mio avviso tale spunto ideativo è la chiave che innalza ulteriormente il risultato di questo prodotto rispetto all’essere un altro dungeon multilivello come tanti.
L’appendice II è una semplice ma peculiare pagina dedicata ai bezoar e poi alcuni handout concludono il manuale.
Considerazioni Finali della Recensione di Scarlet Citadel
Ritengo Scarlet Citadel un buon prodotto. Ho visto molte avventure che cercano in ambienti o presupposti fantasiosi il valore aggiunto per farsi notare. Spesso questi espedienti però si traducono male in gioco. Come ho già detto, a Scarlet Citadel non serve. Si tratta di un dungeon a più livelli scritto e architettato con un valore creativo che credo potrà ben riversarsi sul tavolo da gioco.
Non è certo l’unica o la migliore avventura in assoluto per D&D5e, ma sono piuttosto sicuro che ha le carte in regola per soddisfare la maggior parte dei giocatori. Richiama il gusto classico con qualità e buone idee. E il classico, si sa, non passa mai di moda.
Se ti è piaciuta questa recensione, continua a seguirci per conoscere altre avventure e campagne di D&D5e come Scarlet Citadel!
Voglio innanzitutto ringraziare Legendary Games per averci inviato una copia di Latin American Monsters per Pathfinder Seconda Edizione al fine di poter scrivere questa recensione.
Questo bestiario racchiude circa 120 creature, tutte provenienti dall’America Centrale e del Sud. Alcuni di essi sono animali realmente esistenti, tutti gli altri sono mostri appartenenti al folklore di quei territori; in particolare sono originari di Argentina, Bahamas, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, El Salvador, Guatemala, Haiti, Honduras, Messico, Nicaragua, Paraguay, Perù, Porto Rico e Venezuela. Ciò che ho veramente apprezzato è il coinvolgimento di svariati autori e artisti provenienti da quelle terre; una scelta che garantisce autenticità e un gran numero di dettagli interessanti per ogni creatura proposta.
Nel caso siate interessati all’acquisto, sappiate che Latin American Monsters per PF2è disponibile sullo store di Legendary Games al costo di 20 $ (circa 20 €) nel formato digitale, 27 $ (circa 27 €)nella versione fisica e 30 $ (circa 30 €)per avere entrambe. Vi segnalo inoltre che il manuale è anche disponibile per PF1 e D&D5e. Se utilizzate il codice NDU10 al momento del pagamento, otterrete uno sconto del 10% sul vostro ordine!
Ora però non indugiamo oltre, tuffiamoci nei contenuti e iniziamo realmente questa recensione di Latin American Monsters!
La Struttura e i Contenuti del Manuale
Il bestiario è organizzato in maniera semplice e funzionale; tutto al suo interno è sistemato in maniera razionale e facile da consultare.
Prima di tutto, il manuale indica quali contenuti di PF2 sono stati utilizzati per crearlo e quali sono adatti, nella loro forma originale, per essere a tema con quanto proposto da Latin American Monsters.
Ho gradito molto il fatto che siano presenti un indice tradizionale e delle suddivisioni delle creature in base a differenti criteri (origine, tipo e livello).
La parte più sostanziosa del manuale però è ovviamente dedicata alle creature. Ognuna di esse vanta un’introduzione dettagliata con notizie di lore, uno statblock completo e originale ed un’illustrazione dedicata. Nessun mostro da’ l’impressione di “già visto” (forse tranne alcuni animali, ma è inevitabile); al contrario, ognuno di essi lascia trasparire tutta la passione e la competenza degli autori, garantendo un risultato finale di completa autenticità. Come anticipato all’inizio della recensione, le creature proposte da Latin American Monsters sono davvero tante; alcune di quelle che mi sono rimaste più impresse sono coloratissimi serpenti alati, spaventosi lama a due teste, formichieri arcobaleno pervasi di elettricità e colossali scheletri portatori di calamità per intere regioni.
Viste le origini dei mostri, trovo che alcuni di essi siano perfetti per espandere le possibilità offerte da Boricubos: The Lost Isles, un interessantissimo manuale a tema caraibico di Legendary Games che ho recensito.
Latin American Monsters si conclude con due appendici; la prima contiene due nuovi incantesimi, mentre la seconda spiega come pronunciare i nomi esotici presenti tra le sue pagine.
Recensione dell’Estetica di Latin American Monsters
L’impatto visivo di Latin American Monsters, come si può notare dalla immagini incluse in questa recensione, non è identico a quello dei manuali ufficiali di PF2 ma è comunque molto gradevole. Ogni pagina ha uno sfondo realizzato con uno stile vicino a quello degli acquerelli che varia tra il verde e il giallo; non è nulla di invasivo e rende anzi più piacevole sfogliare il manuale.
Su di esso sono poste tante belle illustrazioni, una per ogni mostro. Alcune sono leggermente più ispirate di altre, ma tutte rendono giustizia ai contenuti. La sensazione che mi hanno trasmesso, anche in questa occasione, è stata di attinenza al relativo folklore. Molto gradevole la copertina; non è rigida, ma con un manuale di poco più di 100 pagine è sufficiente.
L’impaginazione è semplice e funzionale; il testo si divide su due colonne, il font è chiaro e leggibile. A volte la semplicità paga.
Conclusioni della Recensione di Latin American Monsters
Per concludere questa recensione, posso dire che Latin American Monsters ha un obbiettivo molto preciso e lo svolge egregiamente. Acquistandolo avrete immediatamente accesso a tantissime creature del folklore del Centro e Sud America, perfette sia per avventure dedicate che per essere inserite in campagne di stampo più classico.
Se questi elementi stuzzicano la vostra fantasia, non posso far altro che consigliarvi questo manuale!
Se vi è piaciuta questa recensione di Latin American Monsters, continuate a seguirci per scoprire nuovi prodotti di Legendary Games!
Oggi vi proponiamo la nostra recensione di Zargoth’s Tome of Familiars, un manuale di espansione per D&D 5e creato da Arcana Games.
Nato dalla penna di Eugene Fasano, questo supplemento nasce con un progetto ben preciso in mente: ampliare la meccanica dei Famigli in D&D5e. E decide di farlo in maniera estremamente variegata e personalizzabile! Le opzioni presenti si adattano facilmente a diversi tipi di allineamenti, classi, ambientazioni e stili di gioco. Questo fa del prodotto uno strumento molto interessante, ma andiamo a vederne i particolari!
L’opera è disponibile su Drivethrurpg in due versioni: PDF a 20$ (circa 20 euro) o copertina rigida al prezzo di 40$ (circa 40 euro). Considerando che è composto da 98 pagine, praticamente tutte illustrate (intramezzate anche da art a pagina piena),il prezzo è più che onesto per quello che offre.
Recensione del Volume di Zargoth’s Tome of Familiars
Vorrei iniziare parlando della suddivisione in capitoli del manuale: per quanto possa sembrare scontata, è molto intelligente e riesce a rendere la consultazione agevole anche durante i combattimenti. Gli statblock dei mostri sono ben chiari (sempre nel formato ormai tipico dei manuali ufficiali di quinta edizione), accompagnati da descrizioni di lore. Le creature sono divise in 10 categorie, per un totale di 75 nuove evocazioni!
Andremo ora a spulciarne le meccaniche.
Il Sistema di Talenti e Famigli
Il prerequisito generico per ottenere i talenti che forniscono accesso ai nuovi famigli è molto semplice: essere in grado di lanciare un incantesimo. Incluso nel pacchetto avremo anche l’incantesimo Trova Famiglio, cosa che rende l’evocazione di queste creature possibile a qualsiasi personaggio. Basterà infatti possedere Iniziato alla Magia per poter iniziare subito ad evocare!
Questa meccanica è molto importante, in quanto diverse evocazioni sono pensate e bilanciate in modo da essere d’aiuto nel combattimento corpo a corpo.
Diversi talenti possono essere appresi più di una volta, come la serie dei Simbionti; essi modificheranno il nostro personaggio, permettendoci di sfoggiare arti ed esoscheletri tanto inquietanti quanto efficaci. Per i maghi amanti della teatralità, invece, sarà possibile investire nel proprio esercito di dardi magici viventi personale: essi accompagneranno il personaggio assumendo diverse forme, ed aumentandone parametricamente danni e difesa.
I miei preferiti sono sicuramente i Famigli dedicati alla scuola di Necromanzia. Essi infatti offrono numerosissime opzioni di supporto, come ad esempio l’abilità del Mastino Ossario di raccogliere ossa (e cadaveri) durante gli spostamenti. Sono dotati anche di un’ottima versatilità in battaglia: un Pipistrello Vampirico potrà infatti ingaggiare in combattimento i nemici, curare il proprio evocatore e poi fuggire senza provocare attacchi di opportunità.
Al secondo posto invece, metto sicuramente la Fauna Silvana, estremamente adatta a druidi e personaggi legati al Feywild. Tutti i famigli sono accompagnati da una splendida illustrazione e da uno statblock. Sono inoltre indicizzati e facilmente consultabili. Eccovi qualche esempio, ovviamente incompleto per correttezza:
Recensione di Zargoth’s Tome of Familiars: Alchimia, Oggetti Magici ed Altro
Vi è un intero paragrafo dedicato all’alchimia! Esso introduce un talento apposito, con numerose pozioni consumabili. In fondo, chi non ha mai desiderato uno slime tascabile?
In coda al manuale troviamo alcune di pagine di oggetti magici. Essi tenderanno ad essere potenziamenti per le nostre evocazioni, o per la spell Trova Famiglio. Ci sono tuttavia alcune fruste e qualche altra chicca che tornerà utile al party intero. Subito dopo troviamo una razza unica, legata spiritualmente agli animali, e una piccola espansione ai normali famigli.
Ultime Considerazioni della Recensione di Zargoth’s Tome of Familiars
Tutto sommato, questo manuale estremamente specifico offre numerose opzioni di personalizzazione. A livello di bilanciamento sono tutte sufficientemente testate, anche se alcune combinazioni potrebbero risultare un po’ sopra le righe.
Consiglio fortemente l’acquisto a giocatori in cerca di un’esperienza da evocatore in D&D 5e. Ritengo inoltre che possa anche aiutare il Dungeon Master ad adornare il mondo di gioco; i famigli sono infatti facilmente riutilizzabili come fauna magica.
Se vi è piaciuta questa recensione di Zargoth’s Tome of Familiars, continuate a seguirci per scoprire altri prodotti per D&D 5e!
Vi presentiamo l’anteprima di Injuries and Vile Deeds, un modulo per D&D5e cheintroduce una serie di regole per gestire le ferite e rendere i combattimenti pieni di tensioni e di emozione. Oltre a questo, nel manuale finale saranno presenti più di 300 PNG e avversari da introdurre nelle proprie sessioni.
I ragazzi di Lone Colossus Games, che ringraziamo per averci fornito il materiale in anteprima, hanno lanciato il progetto attraverso una campagna Kickstarter che, in pochi giorni, è stata ampiamente finanziata. Vi consigliamo di seguirli anche sulle loro pagine Facebook, Instagram, Twitter e sul loro sito per rimanere aggiornati.
In quest’anteprima andremo a esplorare, in esclusiva, le prime 20 pagine che compongono Injuries and Vile Deeds!
Anteprima delle Regole di Injuries and Vile Deeds
Il modulo si apre con la spiegazione dell’autore sul perché usare quelle regole; l’idea dell’autore è che in D&D più si va avanti con i livelli e più i personaggi diventano resistenti ai danni e quindi diventa complesso fornire sfida entusiasmante nei combattimenti. Per questo motivo l’autore ha voluto sviluppareInjuries and Vile Deeds, così da introdurre un pericolo in più durante combattimenti: le Lesioni.
Le meccaniche sono veramente semplici e rapide da applicare; la base consiste in delle soglie, determinate dalla vita massima dei PG; sono 7 in totale e una più letale dell’altra. Si passa dall’essere leggermente storditi alla morte sul colpo. Durante un’azione di combattimento, se un PG ha subito tanti danni da eguagliare o superare una delle soglie, subirà una ferità in base alla relativa gravità del colpo. Per dare un tocco d’imprevedibilità, entra in gioco una tabella con vari tipi di Lesione.
Ognuna di esse ha un effetto sia narrativo sia meccanico. Per esempio, alcune Lesioni impediscono al personaggio di parlare per un determinato periodo, mentre altre gli fanno recuperare meno punti vita in caso di guarigione.
Ma non tutto è a sfavore dei personaggi: le Lesioni possono essere inflitte anche ai nemici! Un personaggio può dichiarare che durante un suo attacco vuole infliggere una Lesione a un nemico e sceglie dove vuole danneggiarlo. Anche per i nemici sono presenti varie soglie in base ai danni inflitti dal Personaggio. In base alla soglia raggiunta, il nemico riceverà un certo malus.
L’idea è veramente interessante e aggiunge una grande profondità tattica agli scontri.
Sono anche presenti le regole per gestire le Lesioni Speciali. Tutte quelle generate dai vari tipi di danno come: l’acido, il ghiaccio, etc…
I Nuovi Avversari
Oltre alle nuove regole, nel manuale finale saranno presenti una serie di nuovi avversari.
Nell’anteprima che abbiamo disponibile sono presenti solamente tre nemici; ma a livello di illustrazioni e profili dicono la loro, presentandosi come avversari veramente affascinanti da affrontare.
Il Kickstarter di Injuries and Vile Deeds
La pagina Kickstarter del progetto è molto interessante; i pledge sono sostanziosi e gli stretch-goals si profilano molto interessanti. Essendo che il progetto è già stato ampiamente finanziato alcuni di questi sono già stati sbloccati; tra questi possiamo trovare nuovi mostri, nuove illustrazioni e nuovi oggetti.
Un dettaglio veramente interessante è che in tutti i pledge saranno incluse delle tracce audio e colonne sonore legate al manuale stesso, sicuramente una bella iniziativa. Potete trovare un’anticipazione sulla pagina del Kickstarter.
Conclusioni dell’Anteprima di Injuries and Vile Deeds
In conclusione, il progetto è veramente interessante e può essere una buonissima opzione per aggiungere pepe e tensione ai propri scontri senza dover potenziare in modo esagerato gli avversari.
Oggi vogliamo proporvi la recensione di Ruins of Symbaroum. Innanzitutto ringraziamo Free League per averci messo a disposizione il bundle completo riservato ai backer del progetto. L’adattamento di Symbaroum (GdR dal sistema originale)per D&D 5eè stato tanto atteso quanto chiacchierato. In molti erano preoccupati per lo spirito di un gioco dai toni profondamente cupi e dalle meccaniche severe come solo gli svedesi sanno svilupparle. Preoccupati che mal si adattasse a Dungeons & Dragons, il cui approccio è sempre stato profondamente eroico.
Per chi fosse convinto da Ruins of Symbaroum, è disponibile sullo store ufficiale di Free League. Il bundle completo costa circa 115 €, ma è anche possibile acquistare i manuali singolarmente.
Mattias Lilja, una delle anime di Symbaroum e di Free League stessa, ci aveva già spiegato il perché di questa conversione. Potete riascoltare l’intervista sul nostro canale YouTube. Si è dedicato a questo progetto personalmente, e questa è di per sé una garanzia.
Ma l’obiettivo di questa recensione non è rispondere a questo dubbio. Ci occuperemo di recensire Ruins of Symbaroum. Tuttavia qualche rimando al gioco originale sarà inevitabile, e sicuramente ci sarà spazio anche per questo quesito.
Recensione dei Contenuti di Ruins of Symbaroum
Il bundle è più che soddisfacente; del resto Free League ci ha sempre abituati a standard altissimi. Abbiamo avuto modo di visionare i tre manuali base: Player’s Guide, Gamemaster’s Guide e Bestiary. È importante ricordare che è sempre necessario il Manuale del Giocatore di D&D 5e, come per tutti i giochi OGL.
Inoltre abbiamo potuto valutare l’utilissimo Gamemaster’s Screen e il GM Screen Booklet con una pratica avventura introduttiva adatta anche per giocatori e master novelli. Infine completa il tutto l’Artbook.
Chiunque abbia avuto modo di visionare un manuale di Symbaroum o di Ruins of Symbaroum, sa cosa significhi un Artbook dedicato. Le illustrazioni sono semplicemente perfette. Il tratto apparentemente grezzo, estremamente ruvido, rende alla perfezione le sensazioni suscitate dall’ambientazione. Martin Grip ha fatto un lavoro straordinario; non ha illustrato un manuale, ha trasposto un intero setting in immagini.
I Manuali
A differenza di altri setting per D&D 5e, Ruins of Symbaroum sceglie di deviare dall’impaginazione “standard” della quinta edizione; mantiene piuttosto quella dei manuali di Symbaroum. Una scelta che evidenzia la volontà di mantenere un forte legame tra le due versioni del gioco. Un modo per sottolineare che il cambio di regolamento è volto ad allargare la platea di potenziali giocatori, non a snaturare l’esperienza di gioco.
Certo questo influenza la leggibilità del manuale. Non la compromette, ma sicuramente rende la lettura un po’ meno agevole. In compenso rende l’identità del manuale molto più forte e riconoscibile. Nel complesso i manuali rispettano comunque gli altissimi standard cui ci ha abituati Free League, e fanno bella figura sugli scaffali o nell’archivio digitale di qualsiasi collezionista.
Recensione dell’Ambientazione di Ruins of Symbaroum
Le nostre recensioni sono rigorosamente senza spoiler. Ma qualche nota sull’ambientazione di Ruins of Symbaroum è doverosa; specialmente considerando che questa riprende il setting di Symbaroum in maniera assolutamente fedele.
Come spiega Mattias, i giochi di Free League sono sempre strutturati attorno a un conflitto di base. Ruins of Symbaroum, come il suo predecessore, è incentrato sul conflitto tra natura e civilizzazione. I personaggi devono districarsi dallo scontro di due civiltà. Da un lato Ambria, una nazione civilizzata che sta occupando i territori a nord delle proprie terre ancestrali, devastate da un conflitto con potenti stregoni; dall’altro le tribù barbariche, abituate a vivere in armonia con la natura.
Unico argine tra l’umanità e le rovine di Simbar, antica capitale imperiale, la foresta del Davokar e gli elfi del Patto di Ferro, che hanno giurato di difenderne i confini per evitare che gli uomini portino ancora la distruzione nel mondo.
Una Nuova Meccanica: la Corruzione
In Ruins of Symbaroum, la sovversione dello stato di natura genera Corruzione. Un morbo che affligge l’ambiente quanto le creature viventi, trasformandole nel corpo quanto nella mente. Man mano che la Corruzione si fa strada, i personaggi che ne sono affetti divengono sempre più mostruosi, fino a perdere completamente il controllo. E questo vale ovviamente anche per i personaggi giocanti.
Ci sono vari modi per acquisire Corruzione, ma il più diffuso è il lancio degli incantesimi. Alterazione dello stato naturale per eccellenza, la magia aumenta la Corruzione temporanea di un personaggio; se quest’ultima oltrepassa una determinata soglia, diventa permanente. E non è mai una cosa positiva.
Recensione di Ruins of Symbaroum: Player’s Guide
Questo è il manuale necessario per la conversione da Symbaroum a Ruins of Symbaroum. Qui viene presentato il setting; la storia recente, un accenno di geografia, le principali fazioni che influenzano il mondo di gioco. In particolar modo, il manuale cerca di trasmettere l’atmosfera di gioco; di far passare quelle che sono le peculiarità che dovrebbero far preferire Ruins of Symbaroum ad altri setting per D&D 5e.
Vengono presentate le nuove razze del personaggio. Gli Umani, che possono essere Ambriani o di origini barbare. I Goblin, gli Ogre e i Troll, tre stadi differenti di un unico processo biologico. Gli Elfi, gli spietati custodi del Davokar. I Changeling, elfi nascosti tra gli esseri umani che ne assumono parzialmente i tratti, e gli Umani Rapiti, che li sostituiscono tra le file del Patto di Ferro. Infine i Nani, misteriose creature immuni alla corruzione e prive di una vera anima, e i Non Morti, un recente fenomeno in grado di tornare dalla tomba con la mente intatta.
Le Nuove Opzioni per i Personaggi
In Ruins of Symbaroum, la razza del personaggio ha due particolarità che la differenziano dagli altri setting per D&D 5e. Innanzitutto ogni razza presenta una serie di background dedicati, chiamati Origini. In secondo luogo i punti ferita e i dadi vita che si acquisiscono ad ogni passaggio di livello sono determinati da questa, e non dalla classe. Un’idea interessante, che però all’atto pratico appiattisce il gioco.
Per una questione di bilanciamento tutte le razze hanno lo stesso dado vita, ad eccezione dei goblin; i troll possono tirare due dadi per determinare le ferite, ma non hanno bonus se scelgono il risultato medio. Peccato, suona come un’occasione persa.
Molto importanti sono le classi del personaggio, diverse da quelle core di D&D 5e. La scelta è ristretta, ma le sottoclassi sono piuttosto abbondanti. I giocatori di Symbaroum riconosceranno le varie professioni distribuite tra Captain, Hunter, Scoundrel e Warrior.
Menzione a parte merita il Mystic. Se in Ruins of Symbaroum la sottoclasse diventa fortemente caratterizzante in generale, il flavour del Mystic ne viene infatti profondamente cambiato. Scegliere tra Sorcerer, Wizard, Theurg e Witch cambia radicalmente l’approccio al personaggio e la matrice culturale del suo modo di approcciarsi alla magia. Artifact Crafter, Symbolist, Staff Mage e Troll Singer sono caratterizzate ancora più nello specifico: è impossibile scegliere una sottoclasse solo per una questione meccanica. Si tratta sempre di una scelta profondamente legata al pg da interpretare.
Recensione di Ruins of Symbaroum: Game Master’s Guide
Se la Player’s Guide è ricca di opzioni del personaggio, la Game Master’s Guide è forse il manuale di Ruins of Symbaroum più ricco di contenuti. Una risorsa utilissima già a partire dai consigli per il master. Fondamentali per chi si approccia per la prima volta al posto dietro lo schermo; ma un’ottima risorsa anche per i giocatori più navigati.
Le linee guida per il master occupano tutta la prima parte del manuale, che prosegue poi andando ad espandere gli elementi di ambientazione già accennati nella Player’s Guide. Entrando però molto più nel profondo. Vengono descritte con molta cura tre locazioni, prestando molta attenzione a tutti i possibili punti di gioco, ai centri di interesse e alle varie fazioni che vi si muovono. Thistle Holdè la cittadina di frontiera, il punto di partenza per ogni spedizione nella foresta del Davokar. Yndaros è la capitale dell’impero Ambriano, nata sulle ceneri di una città dei barbari la cui tribù è stata sterminata. Karvosti è invece la sede dell’unica autorità centrale riconosciuta dalle varie tribù barbariche, dove gli interessi di queste e della chiesa di Prios confliggono.
Trovano spazio anche degli approfondimenti per l’Underworld, il regno sotterraneo dove risiedono i troll, e dove si annidano le creature più profondamente corrotte. Non viene trascurato lo Yonderworld, il luogo da cui si origina la Corruzione e sulla cui natura gli studiosi si interrogano da secoli. C’è anche un accenno allo Spiritworld, un piano di esistenza non pensato per i personaggi giocanti, ma su cui vengono lanciate alcune suggestioni per possibili sviluppi per campagne di alto livello.
Strumenti per il Master
Se quanto scritto fino ad ora è un’ottima fonte di ispirazione, la Dungeon Master’s Guide prosegue con materiale utile alla gestione della campagna. Il capitolo dedicato alle spedizioni nel Davokar, forse il tema centrale di Ruins of Symbaroum, è estremamente prezioso. Permette di gestire qualsiasi aspetto della spedizione, dando riferimenti flessibili ma puntuali per ogni dettaglio, sia a monte che a valle della fase esplorativa.
Una serie di regole opzionali permette di espandere gli aspetti regolamentati di una cronaca; si va dalle regole per gli scontri campali a quelli per la gestione di un possedimento. Passando per trappole, magia cerimoniale e inseguimenti. Sono presenti anche una serie di consigli dedicati a come strutturare un’avventura, una cronaca o un’intera campagna, per una prospettiva d’insieme. Un capitolo da leggere anche per chi non stesse progettando una campagna di Ruins of Symbaroum, adattabile a qualsiasi gioco di ruolo.
Infine, il manuale presenta Blight Night, una brevissima avventura per personaggi a inizio carriera. Una storia estremamente lineare eppure al tempo stesso ricca di spunti, si concentra molto sulla suggestione e sulla difficoltà dello scontro. Ottima per far conoscere Ruins of Symbaroum anche a giocatori principianti, nonostante la complessità dei temi trattati.
Recensione di Ruins of Symbaroum: Bestiary
La prima parola che viene in mente nello sfogliare il Bestiary è semplice fino ad essere disarmante: “bello”. Le illustrazioni e l’impaginazione rapiscono gli occhi, ancora più che negli altri manuali. Molte delle creature hanno una descrizione “in lore”, estratti di uno pseudobiblion incorporato nell’ambientazione.
Il manuale è diviso in tre sezioni. The Hordes of the Eternal Night raccoglie creature uniche o intelligenti, in grado di sviluppare un’intera cultura. Beasts & Monsters, come suggerisce il titolo, raccoglie creature di uso più “banale”, raggruppate in macrocategorie; abomini, creature acquatiche o anfibie, flora, erbivori, predatori, aracnidi, non morti e creature alate. Infine l’ultima sezione, Adversaries, presenta tutti i png che possono essere usati come avversari; anche in questo caso li presenta ordinati per gruppi, in modo da poter scegliere sempre dalla fazione più adatta alla giocata in corso.
Conclusioni della Recensione di Ruins of Symbaroum
Sicuramente, Ruins of Symbaroum è un progetto ambizioso. Portare un gioco dal così gran successo nel mondo di D&D 5e è un’impresa non da poco, e con non pochi rischi. Questo porta una domanda. C’era bisogno di Ruins of Symbaroum?
In senso stretto, no. Symbaroum è un gioco completo, con un sistema asciutto, rapido e letale, perfettamente funzionale alle tematiche di gioco e all’ambientazione. Quindi no, non ce n’era “bisogno”. Ma è anche vero che il gioco non ne è stato snaturato come molti temevano. Ruins of Symbaroum non è letale quanto il suo predecessore, ma non rende la vita facile ai personaggi giocanti. L’esperienza di gioco ne esce fondamentalmente intatta, se si ha il coraggio di chiudere gli occhi e di ignorare l’etichetta “D&D 5e”.
Se invece non si conosce già Symbaroum, non ci si può che innamorare di quest’adattamento. Gli spunti di gioco sono molteplici, permettendo di gestire avventure, cronache e campagne in maniera estremamente versatile. Eppure i temi centrali del gioco non vengono mai a mancare, si respirano in ogni singola pagina dei manuali. Per chi ama un fantasy cupo, l’esplorazione di un mondo apertamente ostile e le ambientazione ricchi di conflitti tutt’altro che banali, Ruins of Symbaroum è semplicemente imperdibile.
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