One More Quest: Scopriamolo! | Intervista

One More Quest: Scopriamolo! | Intervista

Si sta quasi per concludere la campagna Kickstarter dedicata a One More Quest e, incuriositi dal progetto, abbiamo deciso di fare un’intervista agli autori.

Nelle scorse settimane abbiamo anche dato un’occhiata al quickstart (raccogliendo qui le nostre prime impressioni), ma non ci era bastato.

I ragazzi di Horrible Guild sono stati estremamente gentili nello svelarci tanti nuovi dettagli e noi abbiamo deciso di condividerli con voi. Ecco tutte le novità!

Alcuni fan ci hanno chiesto se è prevista una futura versione in lingua italiana; potete dire qualcosa a riguardo?

Non possiamo ancora annunciare nulla di certo, ma siamo in trattative per la localizzazione di One More Quest in diverse lingue, tra cui ovviamente l’italiano. Queste sono però faccende lunghe e complicate, per cui per la campagna Kickstarter abbiamo scelto di concentrarci sulla versione inglese; avere una lingua sola rende tutto più facile sia dal punto di vista produttivo che logistico.

Dungeon Fighter (il gioco da tavolo) ha già qualche anno. Avevate da un po’ l’idea di fare One More Quest o è spuntata l’idea all’improvviso dopo tutto questo tempo?


È vero, Dungeon Fighter è uscito originariamente nel 2011… quindi sono già passati più di dieci anni! Come passa il tempo… Per quanto riguarda One More Quest, l’idea di trarne un gioco di ruolo è venuta a Lorenzo Silva durante la progettazione della seconda edizione di Dungeon Fighter in vista della campagna Kickstarter che abbiamo concluso con successo nel tardo 2020. Infatti la primissima versione di One More Quest (che all’epoca si chiamava “Monstronomicon”) era stata rivelata a metà campagna come “add-on a sorpresa” proprio per la campagna di Dungeon Fighter.

All’inizio l’idea era di fare una cosa più semplice; una specie di “manuale dei mostri” con delle regole semplici su come combatterli usando le meccaniche di Dungeon Fighter e su come creare dei personaggi basati su quelli del gioco da tavolo. Ma avendo dei lunghi trascorsi come giocatori di ruolo, le cose ci sono rapidamente scappate di mano. “Monstronomicon” è diventato sempre più grande e ambizioso… al punto che ci siamo resi conto che era un peccato relegarlo a “semplice” add-on di Dungeon Fighter; il progetto meritava (e richiedeva) un investimento di tempo molto maggiore di quanto avessimo inizialmente preventivato.

Da qui la decisione di cancellare “Monstronomicon”, rimborsare i coraggiosi backer che l’avevano supportato durante la campagna di Dungeon Fighter, e cominciare a pianificare una campagna Kickstarter dedicata. Con la decisione di dare anche un nuovo nome al progetto, era finalmente nato One More Quest!

Qual è il tiro più difficile nella vostra esperienza? E, visto che si possono anche creare modalità di lancio estemporanee in base alla situazione, qual è il più strano che ricordate?


Sin dai tempi dell’uscita di Dungeon Fighter, abbiamo imparato che alla domanda “qual è il tiro più difficile” non c’è una risposta. Un tiro che a una persona risulta impossibile, per un’altra può essere facile come bere un bicchier d’acqua, e viceversa. L’altra grande lezione appresa negli anni è che con un po’ di allenamento qualsiasi tiro è possibile! Certo, se parliamo di combinazioni tra tiri diversi, le cose diventano un bel po’ più complicate…

Giocando a One More Quest si possono però generare delle situazioni davvero assurde… in senso positivo! Per esempio, durante una partita uno di noi impersonava un personaggio batrace (una razza di “uomini rana” che abbiamo creato specificamente per il mondo del gioco, Middlewhere). Era armato di un coltello magico abbagliante chiamato “Dazzling Dagger”, con cui ha creato un effetto di luci stroboscopiche nella stanza. Questo mentre il bardo del gruppo faceva un accompagnamento musicale con una melodia un po’ unz unz unz. A quel punto il mago, un tipo un po’ nerd, è entrato nella sala ballando come un dio, pavoneggiandosi di fronte agli overlord del dungeon con questo sottofondo groovy di luci e suoni… la cosa li ha ovviamente lasciati un attimo disorientati, permettendo all’ultimo membro del party di approfittare del momento di distrazione e rubargli l’artefatto che ci serviva.

Quali differenze avete notato di più nella vostra esperienza tra la creazione di un gioco da tavolo e di un gioco di ruolo?


Domanda difficile; come dicevamo prima, siamo sempre stati avidi giocatori di ruolo, per cui una certa attitudine mentale a capire le necessità e gli spazi di game design degli RPG probabilmente l’avevamo già, almeno a livello inconscio.

Ciononostante, è stata una sfida incredibile! Il game design di un gioco di ruolo è molto diverso rispetto a quello di un gioco da tavolo; i confini delle regole sono molto più sfocati e il centro rimane, soprattutto in un gioco comico, la scena che si svolge al tavolo. È necessario trovare un continuo compromesso tra la parte narrativa e la componente meccanica (la regola vera e propria), continuando a suggerire spunti narrativi che aiutino i giocatori ad immergersi e che facciano fluire la narrazione.

Inoltre, il nostro sistema parte da Dungeon Fighter, un gioco di destrezza, che quindi presenta un numero abbastanza alto di tiri falliti. Questa cosa ha un impatto relativo sull’esperienza del gioco da tavolo, ma decisamente più ampio sul gioco di ruolo. Una delle prime modifiche, quindi, è stata capire come adattare il fallimento meccanico a un gioco narrativo in cui il semplice “hai fallito il tiro, non succede nulla” è un risultato che non porta a nessuna conseguenza e non è per nulla divertente.

Abbiamo fatto nostra una certa filosofia di Fail Forward (tipica di tanti RPG) e l’abbiamo adattata alla direzione comica di One More Quest. Come indicazioni ai DM diamo quindi, nonostante i fallimenti, di portare avanti la storia in direzioni buffe, grottesche o assurde. Magari, nonostante un tiro fallito, il tuo bardo è riuscito comunque a esercitare il suo Charm nei confronti del Generale Orco con cui volevi firmare un trattato di pace… ma questo ha anche fatto innamorare di te la sua moglie orchessa… e il trattato di pace potrebbe essere di nuovo in dubbio a breve!

C’è anche stato tantissimo lavoro di world-building rispetto a un gioco da tavolo medio; Middlewhere è un mondo con più di 20 regni, 40 tipi di mostri, un millennio di storia, tantissime culture in contrasto o in armonia tra loro… il tutto sempre in chiave comica. Ma è una cosa che noi amiamo fare; ci eravamo già messi alla prova con The King’s Dilemma, per cui è stato meno difficile del previsto… ma ugualmente impegnativo.

Per quanto la modalità di lancio dei dadi generi umorismo e che la difficoltà dei tipi di tiro non sia bilanciabile da persona a persona, avete mai provato a giocare a One More Quest con toni seri?


Onestamente, no… è proprio impossibile! 😀

Ringraziamo ancora gli autori di One More Quest per quanto rivelatoci in questa intervista; ora non ci resta che attendere che questo gioco di ruolo venga ufficialmente completato e distribuito!

Se avete trovato interessante questa intervista relativa a One More Quest, continuate a seguirci per altri approfondimenti sui GdR!

One More Quest : Lanciarsi All’Avventura | Anteprima

One More Quest : Lanciarsi All’Avventura | Anteprima

Ringraziamo di cuore Horrible Guild che durante il Play 2021 a Modena ci ha omaggiati del quickstart di One More Quest su cui ci basiamo per scrivere questa anteprima. E’ giunto il tempo di farlo perchè a breve, il 25 gennaio prossimo, One More Quest diventerà un progetto Kickstarter al fine di diventare realtà. Di cosa si tratta? E’ un gioco di ruolo fantasy, comico e spettacolare, ambientato in un mondo ben poco eroico, il cui sistema e principale tratto distintivo è dato dal modo in cui si lanciano i dadi. Nel senso che si lanciano proprio. Facciamo un passo indietro e approfondiamo.

Le Origini di One More Quest: Dungeon Fighter

Una decina di anni fa dalle brillanti menti di Lorenzo Silva, Aureliano Buonfino e Lorenzo Tucci Sorentino nasceva Dungeon Fighter, un gioco da tavolo molto particolare. I giocatori, nei panni di pseudo-eroi fantasy, devono affrontare mostri semiseri tra le stanze dei dungeon. La particolarità è che il combattimento avviene tramite il lancio dei dadi verso una plancia disegnata come un bersaglio da arceria. Svariate modalità di lancio rendono il gioco coinvolgente e assolutamente divertente. Lo stesso principio e lo stesso mondo sono anche alla base di One More Quest. Lorenzo Silva è rimasto tra gli autori, insieme a Hjalmar Hach e Federico Corbetta Caci.

Cosa Scopriamo da Questa Anteprima di One More Quest

Il prodotto che ho tra le mani è un quickstart da oltre 60 pagine molto colorate e ottimamente impaginate.

La premessa è che il gioco presentato è ancora in costante sviluppo, perciò anch’io vi avviso che ciò di cui parlo potrebbe differire dal prodotto finale.

L’introduzione presenta uno scenario molto classico, di eroi che affrontano dungeon e altre solite quest in cambio di soldi o di parte del bottino. La peculiarità è che il tutto è visto con un’ottica goliardica e umoristica.

Un esempio è il mondo di gioco, Middlewhere, dagli stessi autori descritto come “a forma di croissant”. Un mondo con ogni sorta di luogo, dal tetro Dark Darkdom of Darkness (traducibile con “Oscuro Oscuregno dell’Oscurità”) fino alle calde spiagge di Costa Dorada.

Cosa Fare ma Soprattutto come Farlo!

Questa anteprima di One More Quest fornisce le normali regole base per la gestione del gioco, test, difficoltà, combattimento, guarigione e così via. Insieme ecco la chicca: come si eseguono i tiri e le restrizioni. Vale la pena citare gli autori:

“Si lancia un singolo D6, che deve rimbalzare almeno una volta prima di colpire il Bersaglio. Il dado va lanciato o fatto rotolare, non posato, piazzato o espulso da una dice tower. Deve anche atterrare piatto.”

Poi ci sono le restrizioni, specifiche azioni collegate al lancio del dado diverse per ogni tipo di tiro. Prova di Forza? Il dado si lancia in equilibrio sul gomito. Prova di Intimidire? Il dado va schiaffeggiato. Prova di Furtività? Si tira da sotto il tavolo con solo parte della testa che sbuca. E così via. Ci sono la bellezza di 24 skill base, più altre conferite da equipaggiamenti e talenti. Colpi di testa, pugni sul tavolo, piroette volanti! E le restrizioni possono essere anche inventate o, ancor più bello, combinate in un unico tiro. Game, set and match.

In realtà la dinamica è ancora più complessa. Ci sono le Conditions, che sono ulteriori restrizioni che possono essere imposte al test. Poi ci sono gli Stunts, difficoltà aggiuntive che il giocatore si sceglie per aumentare l’effetto del tiro. Inoltre è anche possibile usare la meccanica di Push, cioè tirare un altro dado da una riserva per sommare il risultato. In base alla mira e al risultato dei dadi si potranno anche ottenere successi epici o fallimenti disatrosa.

Cito con piacere un piccolo paragrafo che promette nel manuale completo indicazioni per adattare il gioco a giocatori con disabilità.

Avventurieri e Avventura

Anche per quanto riguarda gli avventurieri non è lo scopo di questa anteprima di One More Quest approfondire il sistema. Ci sono sette esempi di personaggi, tutti creati con classici descrittori come Discendenza e Classe o altri più narrativi e giocosi legati ad Archetipo e Ambizione.

Manca solo più l’avventura introduttiva, che si chiama House of the Wizard Bros (traducibile con “La Casa dei Fratelli Stregoni”. Per darvi un’idea, si parla di Starvard University, un’università della magia che richiama Stanford e Harvard generando un nome che orecchia il concetto di “essere pesantemente affamato”. La fraternità al centro della storia ha il nome di Ligma-Meta-Pappa. Penso di non dover parlare ulteriormente del tono della narrazione. Piccolo spoiler: è un dungeon. Dal mio punto di vista potrebbe essere qualunque cosa, la voglia di giocarci è alta lo stesso!

Considerazioni Finali dell’Anteprima di One More Quest

A chiusura del quickstart c’è una raccolta di qualche grottesco e divertente mostro, poi le pagine per costruire il Bersaglio e infine le schede dei personaggi in formato printer-friendly. Il prodotto è senza pecche: riesce con chiarezza e velocità a dare l’idea, armare i dadi e gettare dei giocatori in una partita di prova.

In generale One More Quest risponde perfettamente al requisito principale che deve avere un gioco secondo me: ha il suo perchè. Ha un’identità di meccanica fortissima, un tono narrativo ben delineato e una generale semplicità che facilità i novizi a provare e godersi il gioco. Si vede che c’è un team che ha alle spalle anche la realizzazione dei giochi da tavolo.

In conclusione se questa anteprima vi ha incuriosito vi invito caldamente a scaricare il quickstart gratuito di One More Quest e dare un’occhiata voi stessi. Oppure andare direttamente su Kickstarter a partire dal 25 gennaio per scoprire maggiori informazioni e gustose novità!

Se l’anteprima di One More Quest ti è piaciuta, continua a seguirci per leggere altre novità dal mondo dei GdR!

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