Grazie ancora una volta all’autore Daniel Chivers e all’Art Director Marco Bertini che ci hanno inviato una copia di The Complete Hag Annex I al fine di scrivere questa recensione. Si tratta di un supplemento in inglese per D&D5e dedicato alle streghe, intese come creature mostruose presenti nei bestiari di D&D. Avevamo già molto positivamente valutato il precedente volume, The Complete Hag, pubblicato nell’aprile del 2020. Questo vuole essere un’espansione del precedente lavoro, da qui il sottotitolo di Annex I, ovvero Primo Allegato. Benchè sia stato pensato per essere utilizzato insieme a The Complete Hag, può essere tranquillamente gustato e utilizzato autonomamente. Per chi fosse interessato, The Complete Hag Annex I è disponibile all’acquisto sul sito DMSGuild in solo formato digitale al prezzo di $3,95, circa 3,30€ al cambio attuale.
Il contenuto di The Complete Hag Annex I
Il volume è composto da 27 pagine, 24 delle quali piene di contenuti. All’interno si possono trovare nuovi oggetti magici, incantesimi, creature, piante e funghi sovrannaturali, regole opzionali per usare le streghe come patroni o per la sensibilità delle creature fatate al ferro o al ferro freddo e altro ancora.
Mi sono piaciuti contenuti come i temi personalizzati per gli incantesimi. Le nuove streghe sono piacevoli aggiunte all’arsenale del master. Le migliori caratterizzazioni arrivano dagli oggetti. I doni delle streghe, i gingilli, gli oggetti magici veri e propri. La meccanica c’entra solo in parte, perchè sono il gusto e la stregosità che emanano che li rendono efficaci.
In 24 pagine non immaginatevi di trovare centinaia di elementi, ma sicuramente c’è qualità in ognuno di essi. Il manuale non guarda solo al fornire regole e statblock, ma cerca di dare spunti per colorare e insaporire le sessioni col macabro mondo delle streghe. Il focus d’altronde è molto specifico perciò ogni oggetto, creatura o regola è tarata molto bene sul tema.
Arte e impaginazione
The Complete Hag Annex I è introdotto da una bella illustrazione ad opera di Leonardo Borazio. Il resto del manuale ricalca i precedenti prodotti supervisionati da Marco Bertini. Si tratta di un’impaginazione classica e ordinata, del tutto simile a quella dei prodotti originali di D&D5e, con una raccolta di immagini prese da varie fonti. I disegni sono eterogenei per stile e qualità, ma il risultato finale come sempre è piacevole sia per la lettura che per il colpo d’occhio.
Considerazioni finali su The Complete Hag Annex I
Questo prodotto è un insieme di aggiunte a The Complete Hag, di cui è espansione. Non è un vero e proprio supplemento, in quanto manca della ampiezza e coesione di contenuti che ha il manuale madre. Da un punto di vista di prezzo per pagina, conviene iniziare da The Complete Hag, ma ciò non toglie valore a questo prodotto, che con un costo minimo espande ulteriormente un argomento interessante dai contenuti maturi e accattivanti.
Chi ha acquistato e utilizzato nelle proprie campagne The Complete Hag potrà trovare ancora più materiale a cui attingere. Coloro che vogliono farsi un’idea dell’argomento prima di spendere un costo maggiore per il manuale principale può iniziare da questo. Chi ama le streghe e un tono cupo e macabro non può farsi sfuggire The Complete Hag Annex I
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La durata delle campagne è come un rebus a cui non troverò mai la risposta. So che probabilmente una risposta giusta non c’è, quantomeno una universale. Ogni persona deve trovare il giusto compromesso in base alla sua situazione e al periodo che sta vivendo. C’è chi riesce a far quadrare i conti e a vivere felice e c’è chi, come me, non riesce mai a essere completamente soddisfatto.
Non di rado capita che i giocatori con partner che non ruolano si trovino a dover trovare un delicato equilibrio tra il tempo dedicato al gioco e quello alla propria relazione sentimentale. Può quindi capitare che il suddetto partner diventi geloso del tempo speso tra dadi e schede del personaggio. Per questo mi è venuto in mente di paragonare le campagne a delle relazioni. Ci sono giocatori fedeli e innamorati per cui esiste una sola passione per tutta la vita, altri che non hanno finito di creare il personaggio per una campagna che già iniziano a parlare di quanto potrà essere bella quella successiva.
Fortunatamente le campagne non si ingelosiscono, non ti sbattono fuori casa, non ti rigano l’auto, non ti chiedono gli alimenti. Non ti chiedono neanche che sistema hai usato ieri o qual è quel gioco a cui metti sempre like su Facebook ultimamente o di cui guardi sempre le storie su Instagram. Ma come si fa a trovare il giusto equilibrio per la durata delle campagne?
Le mie relazioni serie
Uno degli aspetti che mi piacciono di più del gioco di ruolo è la sua profondità temporale. E’ meraviglioso poter portare avanti una storia per mesi o anni, creando ricordi indelebili, assistendo a momenti epici, sviluppando trame e sottotrame. In questo senso la mia relazione più lunga è stata con una campagna di D&D3.5 nei Forgotten Realms che è durata circa tre anni. Per l’esattezza 146 sessioni, di cui sei da dodici ore (due all’anno: vacanze di Natale e Ferragosto). C’è un documento di testo da 220 pagine a raccogliere tutti i riassunti e a ricordare a me e ai miei amici quante incredibili avventure abbiamo vissuto.
Ho ancora avuto una storia abbastanza lunga ambientata nei Reami di Kalamar, poi ho preso una cotta per un sistema super meccanico ma meraviglioso come Hackmaster. Così da gennaio 2018 ho una relazione stabile quindicinale che sta durando da cinquantadue sessioni e che attualmente non vede la fine.
Meno male che Hackmaster non è un gioco geloso perchè lo faccio giocare a settimane alterne appunto per trovare il tempo di provare altro. L’altra settimana è dedicata a brevi relazioni fugaci. Ma già leggendo i manuali sento che mi sto innamorando di un altro sistema, ovvero The Burning Wheel.
Come si fa a fare tutto?
Io ho due sere e mezzo alla settimana per giocare di ruolo. Sono 130 sessioni all’anno. Sicuramente un numero ragguardevole. Dall’altra parte ho la mia relazione stabile, Hackmaster, la mia futura relazione stabile, The Burning Wheel (se riuscirò a farle convivere). Poi ci sono gli attuali rapporti più leggeri, cioè Hollow Earth Expedition, Household e D&D5e a Ravnica.
Il problema si pone quando penso a cosa vorrei fare. Quanti giochi vorrei provare! Solo per citare alcuni di quelli di cui abbiamo parlato su No Dice Unrolled (in rigosoro ordine alfabetico): vorrei provare Agents of Concordia, Brancalonia, Broken Compass, Dura-Lande, Inferno, Mork Borg, Nibiru, Pathfinder 2, Ryuutama, Vaesen, Vulcania. Oltre a godermi la profondità di supplementi interessanti come Norse Grimoire (e devo ancora provare Journey to Ragnarok) o The Complete Hag, ma questi almeno spero di poterli inserire in altre campagne in modo da prendere due draghi con una ballista, come si dice.
Prima o poi farò una campagna di Uno Sguardo nel Buio, che però mi sa tanto di gioco che richiede una relazione stabile e che dà il meglio di sè se portata avanti contestualmente al Messaggero di Aventuria (vedasi il mio articolo su Das Schwarze Auge).
Se da una parte vorrei provare tutto, dall’altra mi rendo conto che provare per provare non porta a nulla. A cosa serve giocare un paio di sessioni solo per dire di averlo fatto? Solo per mettere un’altra tacca al dado? Però a giocare con calma, assaporando i dettagli per ogni campagna fatta escono cinque sistemi e dieci ambientazioni.
Da qui torniamo alla domanda senza risposta. Per poter provare il più possibile, senza correre troppo in fretta, qual è…
La durata delle campagne giusta?
Dipende dai giocatori, dipende dal gioco, dipende da quanto tempo si ha per studiare nuovi manuali, dipende. La durata delle campagne non può essere un numero esatto (ma se lo fosse sarebbe ovviamente 42). Mentre scrivevo questo pezzo un po’ surreale mi è venuta in mente una considerazione. Forse è proprio come nelle relazioni, ma mi spiego meglio.
Non si può partire già sapendo quando durerà una campagna “per forza”. E’ come conoscere una persona e a priori decidere che la si frequenterà per 6 mesi, 12 giorni e 4 ore. Bisogna dare a ogni gioco la possibilità di far innamorare e creare una relazione stabile. Ogni campagna deve essere potenzialmente infinita. Poi ci sono ovviamente casi in cui è quasi sicuro che ciò non capiterà. Ma se si ha la fortuna di avere una o più relazioni stabili, appaganti, coinvolgenti, cosa si vuole di più? Forse in fin dei conti è meglio spendere 130 sessioni su una sola campagna indimenticabile che provare 13 campagne da 10 sessioni l’una, ma che alla fine nel ricordo si assomigliano tutte.
Quindi rimango senza una risposta, ma penso che ogni campagna è eterna, finchè dura.
Continuate a seguirci per parlare insieme di domande senza risposta come quella riguardante la durata delle campagne!
La redazione di No Dice Unrolled ha ricevuto gratuitamente dall’autore Daniel Chivers una copia del manuale The Complete Hag a scopo valutativo. Si tratta di un approfondito compendio in inglese sulle streghe per D&D5e in vendita su DMSGuild.
Le streghe sono citate praticamente in ogni versione di Dungeons & Dragons, eppure, pur essendo delle creature profondamente radicate nella storia dell’uomo e nel suo immaginario collettivo, raramente hanno trovato un ruolo maggiore rispetto a qualche pagina su un mostruario. Ben venga quindi quest’opera che vuole approfondirne ogni aspetto.
Va subito detto, come fa anche l’autore nella prefazione, che il manuale parla delle streghe intese come le creature citate nel manuale dei mostri e non si riferisce mai alle donne che nella storia sono state così appellate. Anzi, in un doveroso e apprezzabile disclaimer iniziaele, prende le distanze dal buio periodo della storia umana nel quale decine di migliaia di donne sono state giustiziate per essere ritenute, appunto, streghe. Sottolinea quindi come le donne di questo libro frutto di completa fantasia, non c’entrino nulla con le vittime dell’Inquisizione.
Uno sguardo d’insieme su The Complete Hag
Il manuale è corposo, trattandosi di un PDF di 143 pagine. L’argomento è trattato in maniera approfondita, toccando tutti gli argomenti principali delle streghe e del gioco di ruolo. Dalla creatura in sè ai suoi luoghi, alle creature e agli oggetti di cui si serve, alle magie che utilizza. Ci sono molti contenuti particolari e d’impatto che rendono questo manuale non adatto ai bambini, ma perfetto per gli amanti del genere. The Complete Hag sembra veramente completo, quantomeno agli occhi di un lettore non particolarmente esperto in materia come me.
Vale la pena riportare il pensiero dell’autore sul suo lavoro:
Non c’è ragione per cui il male non possa essere orribile. Non c’è ragione per cui il male debba essere orribile, o che il bene deve essere bello. Questa idea ha portato alla Strega Belladonna, una potente e complessa creatura, a suo agio sia con fattezze orribili che attraenti. Come ho realizzato questa nuova strega mi sono ritrovato a cambiare e a uscire sempre più dal canone della strega. Questo piccolo progetto è diventato enorme e lo voglio condividere con la comunità di Dungeons and Dragons. E’ stato un lavoro d’amore, e […] spero che possa piacere approfondire la conoscenza di streghe più complesse e particolari.
Daniel Chivers
La veste grafica di The Complete Hag
Come tradizione dei prodotti DMSGuild l’impaginazione, assolutamente ben curata da Marco Bertini, ricorda quella dei manuali ufficiali. Le pagine sono ricche di immagini per lo più molto belle. Alcune sono di ottima fattura e aiutano molto a immergersi nella lettura. Altre danno più l’idea di riciclato, ma è un difetto comune quando si usano immagini non originali e adattandole.
In generale, nonostante la mia pignoleria, ho molto apprezzato il comparto grafico del manuale e ho inserito molti esempi nell’articolo proprio per condividere con tutti la piacevolezza della maggior parte delle immagini.
Esauriti i concetti generali, cercherò di entrare maggiormente nel dettaglio dei contenuti del manuale.
Streghe in generale
Il primo capitolo di The Complete Hag è una trattazione sulle streghe in generale, molto interessante e piena di informazioni. Si tratta della lore principale che getta le fondamenta dell’intero lavoro.
Psicologia, fisiologia, dettagli sulle congreghe, le divinità, l’affascinante Ruota del Sigillo della Strega. Le prime sette pagine scorrono velocemente e sono piene di affascinanti informazioni.
Luoghi e alleati
Il secondo capitoletto parla dei luoghi dove le streghe abitano. E’ un capitolo meno originale in quanto si tratta di ambienti già noti e utilizzati. Ma è una parte inevitabile e comunque importante per aiutare a comprendere dove inserire queste creature nel mondo.
Il terzo capitolo inizia a dare risposte anche dal punto di vista meccanico del gioco. Esso individua e suddivide varie creature a seconda del ruolo che possono avere rispetto alle streghe, ad esempio come alleati o servitori. Dopodichè fornisce delle pratiche tabelle per selezionarli casualmente e calcolare il Grado di Sfida definitivo dell’incontro.
Segue una parte che mi è piaciuta davvero molto, cioè gli elementi aggiuntivi per i rifugi delle streghe. Piante sovrannaturali, alberi dagli strani poteri, funghi magici. Una bella aggiunta per l’ambiente, un approfondimento del lore e uno spunto per inserire trappole e pericoli nuovi e perfettamente integrati.
Ogni donna ha i suoi gingilli
I successivi quattro capitoli di The Complete Hag sono dedicati agli oggetti magici. E’ una delle parti dove c’è più originalità e dove si può pescare a piene mani per idee da inserire non solo in un constesto di streghe, ma in qualunque setting fantasy e non solo.
Ci sono innanzitutto i doni delle streghe, oggetti magici che vengono dati agli stolti come ricompensa o su richiesta. La maggior parte di essi però concede degli effetti a un prezzo, spesso un effetto collaterale. Anche qui sono presenti molti spunti interessanti e molti dettagli per ogni oggetto, dalla creazione ai materiali. Questi ultimi vanno da lingue di bambini a pelle di elfo. Bisogna fare attenzione a commerciare con le streghe!
Abbiamo poi le dita stregate, dita tagliate a incantatori ancora vivi, a streghe, addirittura dita della strega stessa che poi andrà a indossarli. Forniscono svariati tipi di bonus in base ad alcune caratteristiche, tra cui la razza della creatura a cui una volta il dito era attaccato.
Qualche pagina è dedicata alle pozioni di mutazione, intrugli magici che solo le streghe sanno padroneggiare che generano modificazioni fisiche nel tempo a chi le beve.
Infine le stranezze delle streghe, oggetti magici che solo loro possono usare. Come tutto ciò che è venuto finora, anche questo capitolo è pieno di dettagli e fantasia. Il tono continua a essere appropriatamente macabro. Teste di amanti o feti sono solo un paio di esempi di “materiali” di partenza per oggetti particolari che possono dare un ulteriore tocco di personalizzazione.
Magie, mostri e appendici
The Complete Hag continua con nuovi incantesimi. Non solo per le streghe, ma per varie classi e tutti ben centrati sul tema.
Si passa poi ai mostri. Ci sono nuove streghe, dalla Giovane Strega fino alla Nonna Strega (molto meno tenera di quanto il nome faccia pensare). Le cinque creature presenti sul Manuale dei Mostri e della Volo’s Guide To Monsters sono state riscritte, mantenendo intatto il Grado di Sfida, per dare maggior personalizzazione e flessibilità. Sono anche aggiunti nuovi mostri che per loro natura tendono ad orbitare attorno alle streghe. Le pagine dedicate ai mostri non sono poche e c’è veramente un’ampia offerta.
Le ultime venti pagine sono dedicate alle appendici che contengono PNG, le statistiche delle Streghe Immortali e un’interessante lista di piante tossiche e velenose.
The Complete Hag : considerazioni finali
Sono rimasto veramente colpito da questo manuale sotto molti punti di vista. L’autore ha oltre 25 anni di attività come Dungeon Master e secondo me è un curriculum che si fa sentire. L’argomento è interessante e poco trattato. Viene analizzato sotto molti punti di vista con un buon equilibrio tra spunti narrativi e informazioni meccaniche. Il tono maturo è adatto, ben dosato senza apparire forzatamente macabro.
Il prezzo è di poco inferiore ai 14€. Non è un’offerta imperdibile da prendere al volo, ma piuttosto un potenziale investimento mirato molto soddisfacente. Una monografia di quasi 150 pagine completa, evocativa e densa di informazioni.
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